Si Cobas in sciopero: “La colpa dei lavoratori? Aver preteso il rispetto del contratto nazionale”, visto che “da diverse settimane erano in corso trattative per regolarizzare livelli di inquadramento, anzianità, malattia, straordinari, permessi, ferie e festività”. Intanto arriva la decisione del Riesame sugli arresti di Piacenza: solo obbligo di firma per i sei sindacalisti.
Alta tensione alla Ilip di Bazzano: i Si Cobas riferiscono che l’azienda di materie plastiche ha disdettato il contratto di appalto con Cfp, dove lavorano 80 persone che ora rischiano di perdere il lavoro. La risposta: sciopero con blocchi sui quattro cancelli del sito, giorno e notte. I lavoratori in questione “sono stati di fatto licenziati in tronco. La loro colpa? Aver preteso il rispetto del contratto nazionale”, spiega il sindacato di base: “Da diverse settimane erano in corso trattative, favorite dalla Prefettura di Bologna, per regolarizzare livelli di inquadramento, anzianità, pagamento della malattia, degli straordinari, dei permessi, delle ferie e delle festività”. Poi due giorni fa, “mentre era in corso lo sciopero indetto dal Si Cobas- continua il sindacato- è giunta la notizia della disdetta del contratto di appalto. Operai e facchini impiegati da 15 o 20 anni presso Ilip sono stati espulsi dalla fabbrica con questo trucco che, formalmente, solleverebbe Ilip da ogni responsabilità”.
Per i Si Cobas “è la sostanza che conta, non i formalismi: ecco perché parliamo di licenziamenti politici. Cfp infatti è in grado di ricollocare solo un esiguo numero di persone, né può aprire una cassa integrazione, quindi nell’arco di un paio di settimane comincerebbero i licenziamenti formali”. Si tratta in sostanza di una situazione “simile alla vertenza Fedex di Piacenza, dove la committenza pur di liberarsi dei lavoratori iscritti al sindacato decise addirittura la chiusura dell’hub. Se nei prossimi giorni non si troverà una soluzione, a settembre decine di famiglie si troveranno senza un reddito e, nel giro di qualche settimana, non potranno più pagare un affitto”, avverte il sindacato, aggiungendo che “alla base di questa macelleria sociale non ci sono crisi o fallimenti: Ilip ha raddoppiato lo stabilimento proprio quest’anno. L’unica motivazione reale è che Confindustria è decisa a far fuori i sindacati scomodi per continuare le proprie politiche di rapina”.