Si Cobas: oltre cinquanta lavoratori della società C.F.P., in appalto presso l’industria di materie plastiche di Bazzano, protestano “per esigere il rispetto del Ccnl e dei diritti basilari”. In Dolce, invece, contestato l’accordo sulla banca ore: “L’assemblea delle/i lavoratrici/ori ha deciso di dichiarare lo stato di agitazione se la cooperativa non tornerà indietro”, spiega l’Sgb.
Nuovo sciopero alla Ilip di Valsamoggia. Racconta il Si Cobas in un comunicato diffuso ieri: “Oltre cinquanta lavoratori della società C.F.P., in appalto presso l’industria di materie plastiche Ilip di Bazzano, sono nuovamente in sciopero con il Si Cobas per esigere il rispetto del Ccnl e dei diritti basilari. Già il 20 maggio si era svolto uno sciopero durato tre giorni e tre notti per picchettare i cancelli ed impedire l’accesso ai camion, e da ieri la situazione si ripete. C.F.P. infatti, storica cooperativa di logistica emiliana, rifiuta di riconoscere i livelli contrattuali, usa metà delle ferie spettanti per coprire buchi organizzativi, non paga le ore di straordinario, né la malattia, né alcune festività. La maggior parte dei lavoratori, pur lavorando ad Ilip da oltre dieci anni, risultano appena assunti, perdendo dunque anche gli scatti di anzianità. Davanti a tutto ciò le aziende affermano di essere state autorizzate a queste deroghe da uno specifico accordo con Cgil-Cisl-Uil, sottoscritto alla presenza del sindaco del comune di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, e da una dirigente della Città Metropolitana di Bologna, Giovanna Trombetti. L’accordo si basa sull’urgenza di ‘salvaguardare posti di lavoro’ a rischio alla Ilip e, grazie alla ormai nota logica dell’emergenza, in questo modo taglia i salari dei lavoratori di circa 4.000 euro all’anno. Eppure Ilip – che produce piatti, bicchieri e vaschette in plastica monouso – non era di certo in crisi: stava invece ultimando il raddoppio dello stabilimento, con un’immensa colata di cemento sui campi, osteggiata dai comitati locali di residenti”. Per sbloccare la situazione il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, ha convocato due giorni fa “una seconda riunione con le aziende e il sindacato Si Cobas, senza che si giungesse alla benché minima apertura da parte delle aziende sulle numerose irregolarità nell’appalto Ilip. Il picchetto ai cancelli è quindi ripreso a oltranza”.
Alla Dolce, invece, si profila la proclamazione dello stato di agitazione. “Il giorno 27 giugno- spiega l’Sgb– si è svolta un’altra assemblea sindacale Sgb delle lavoratrici e lavoratori dei servizi 0-18 della Cooperativa ‘Società Dolce’, la prima il 6 Giugno. All’ordine del giorno la discussione ed il voto su un accordo di Banca Ore, fatto in ‘gran segreto’ tra la cooperativa e Cgil, Cisl e Uil. Al tavolo di discussione nel merito dell’applicazione della banca ore in negativo, infatti, Sgb non è stata convocata dall’azienda, ledendo così i diritti dei lavoratori iscritti alla nostra organizzazione sindacale, tenendo di fatto un comportamento antisindacale. Perché Sgb non è stata convocata nel merito? Forse perché da sempre contraria all’applicazione di banca ore in negativo in generale e in particolare nei servizi scolastici? Tale comportamento oltre ad essere scorretto dimostra che i sindacati firmatari sono disponibili a penalizzare i lavoratori pur di assecondare l’azienda nei propri tentativi di sfruttare nel maggior modo possibile le lavoratrici e i lavoratori, inserendo con la banca ore una maggiore flessibilità e un ricatto aziendale non da poco. Un accordo quello della banca ore in negativo che vede le luci dell’alba già nel Contratto Nazionale delle cooperative sociali (Ccnl) nell’art. 10 che vede costituire nell’istituto della banca ore, uno strumento di flessibilità contrattata, alternativo a quello previsto dall’art. 52 che definisce la flessibilità in positivo , gli straordinari (non più di 10 ore settimanali oltre quelle contrattuali). Il vero salto di qualità invece c’è stato nella firma del Contratto Provinciale di Bologna, dove si definiscono le regole di una banca ore in negativo, dandone di fatto concretezza, firmato dalle centrali cooperative: Legacoop, confcooperative, Agci e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil; un accordo che agevola lo sfruttamento dei lavoratori del settore mettendo nero su bianco delle cattive abitudini delle aziende del terzo settore. In conclusione le assemblee indette da SGB hanno visto la partecipazione di centinaia di lavoratrici del settore scolastico della coop ‘società Dolce’ dove la stragrande maggioranza ha votato no all’accordo di banca ore in negativo nei servizi 0-18 che dovrebbe partire dall’1 settembre. Le lavoratrici e i lavoratori infatti non intendono avvalersi di questo istituto, nella convinzione che sarebbe peggiorativo delle loro condizioni di lavoro e hanno dato mandato al sindacato Sgb di chiedere alla cooperativa ufficialmente la non applicazione di tale accordo dal 1 settembre e la riapertura del tavolo di discussione su tale istituto. L’assemblea inoltre ha deciso di dichiarare lo stato di agitazione se la cooperativa non tornerà indietro”.