Stamattina la manifestazione nel quarantunesimo anniversario dell’attentato esplosivo che uccise 85 persone alla Stazione centrale. Anche quest’anno lo spezzone delle realtà antifasciste abbandona piazza Medaglie d’Oro dopo il minuto di silenzio.
“Anche quest’anno siamo tornate al fianco dei familiari delle vittime del 2 agosto consapevoli che lo stato prosegue nelle sue politiche di terrore. Per questo abbiamo abbandonato la piazza dopo il minuto di silenzio e continueremo a ribadire che la presenza di esponenti del governo in questa giornata è completamente fuori luogo. Non c’è soluzione di continuità fra i governi che hanno coperto e organizzato la strategia della tensione per fermare le lotte operaie studentesche e quelli odierni”. Lo scrive il blog Staffetta, al termine della manifestazione per il quarantunesimo anniversario dell’attentato esplosivo alla Stazione centrale che alle 10.25 del 2 agosto 1980 uccise 85 persone. Come negli anni passati, lo spezzone delle Realtà antifasciste bolognesi ha abbandonato la piazza prima che dal palco si desse lettura del messaggio del presidente della Repubblica e intervenisse il sindaco Virginio Merola. Analoghi i toni del post diffuso in rete da Cambiare Rotta: “41 anni dalla strage di Bologna, uno degli episodi centrali della strategia della tensione che vide lo Stato utilizzare il terrorismo fascista per stroncare il tentativo di assalto al cielo del movimento operaio di quegli anni. E non è un caso che mentre quest’anno vengono fuori, anche a livello giudiziario, le verità sulla strage e la collaborazione fra servizi segreti e fascisti, lo Stato torna a perseguitare chi lottava in quegli anni”. Il riferimento alla richiesta di estradizione dalla Francia avanzata dall’Italia per 10 persone, ritenute ex militanti di formazioni di sinistra extraparlamentare e accusate di reati compiuti appunto negli anni ’70 e ’80.
La giornata si era aperta nel cortile di Palazzo d’Accursio, con la consegna da parte di Merola dell’onoreficienza del Nettuno d’Oro all’associazione dei familiari delle vittime e con l’intervento del ministro della Giustizia Marta Cartabia, che ha assicurato “concreto impegno per giungere ad una più completa ricostruzione dei fatti”, perché “non può esserci giustizia senza il riconoscimento pieno di ogni responsabilità”. Il messaggio di Sergio Mattarella, letto dal palco, ha parlato di “matrice fascista” dell’attentato (condannati in via definitiva sono gli ex militanti neofascisti dei Nuclei armati rivoluzionari Valerio Giuseppe Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, in primo grado il loro camerata Gilberto Cavallini, mentre a giudizio c’è Paolo Bellini, di Terza Posizione), ma ha anche fatto riferimento a “menti ciniche che puntavano alla destabilizzazione della democrazia italiana”. Come va emergendo dal nuovo processo in corso in questi mesi, dette menti non operavano solo dentro la loggia massonica P2 ma anche nei corridoi dello Stato. Dal canto suo, il presidente dell’associazione dei familiari Paolo Bolognesi, intervenendo dal palco, ha messo in evidenza i fili che collegavano lo stragismo emerso a quello di Cosa Nostra, portati alla luce da varie inchieste giudiziarie e giornalistiche.