Acabnews Bologna

Si dorme nelle auto: e sgomberano pure queste

Acer rimuove dai cortili delle case popolari le vetture usate come riparo di fortuna. Rinviati altri tre sfratti. Social Log torna sullo sgombero di via de Maria: “Operazione di guerra contro le povertà”.

13 Ottobre 2016 - 10:21

Case popolari - © Michele LapiniLo ha fatto sapere ieri in tutta serenità il presidente di Acer: l’azienda casa sta attuando una  operazione a tappeto per rimuvere alcune auto parcheggiate nei cortili dei condomini Erp, adebite anche ad alloggi di fortuna.

“L’obiettivo è quello di affrontare in maniera strutturata una problematica annosa che ha effetti negativi sulla qualita’ dell’abitare nei contesti abitativi pubblici”, declama Acer, annunciando un numero verde per le segnalazioni e raccogliendo il plauso del presidente del San Donato, dove hanno avuto luogo le prime rimozioni, per il quale si tratta di un “risultato concreto nella lotta al degrado”.

Così come sempre avviene per le demolizioni degli accampamenti sul lungoreno o altrove, la presenza di senza dimora diventa automaticamente “degrado”, e per la sorte di chi in queste auto o quelle baracche dormiva non c’è traccia di preoccupazione alcuna.

Intanto si sono registrati ieri i rinvi di altri sfratti in programma, tre in Bolognina e uno alla Barca. Ne dà notizia Social Log in calce a un lungo comunicato sullo sgombero dell’occupazione di via de Maria martedì pomeriggio, quando secondo il collettivo “è andata in scena l’ennesima operazione di guerra contro le povertà ad opera della questura di Bologna su mandato del Partito della Nazione”. Social Log addita “la seconda giunta Merola che ha saputo distinguersi nel panorama nazionale per incapacità e inadeguatezza amministrativa nell’affrontare il dramma degli sfratti e l’aumento continuo di senza tetto nella nostra città”, a fronte del “completo fallimento politico dei protocolli dedicati all’emergenza abitativa”, e della “incapacità e indisponibilità a mediare le istanze e i bisogni della maggioranza della cittadinanza bolognese rispetto agli interessi dei pochi e ricchissimi palazzinari e speculatori della città”. Agli assessori Gieri e Rizzo Nervo si addebitano le “gravi responsabilità politiche” di aver “fomentato la campagna di odio mediatica contro gli abitanti delle periferie della città, i poveri e quanti sono stati costretti ad occupare in assenza di politiche efficaci per contrastare gli effetti della crisi, il caro vita e il caro affitti”.

Le soluzioni temporanee per gli sgomberati, aggiungono gli attivisti, “sono la fotografia perfetta dell’inettitudine di questi assessori: ad esempio famiglie con con bambini che vanno a scuola a Bologna sbattuti in alberghi a San Lazzaro, e disabili in carrozzina mandati in alberghi senza ascensore con camere al secondo piano”.

In quanto all’operato della polizia, il collettivo scrive: “Denunciamo pubblicamente l’utilizzo di gas velenosi [che la Questura ieri ha smentito, ndr] a opera di poliziotti e carabinieri contro uomini, donne (anche incinta) e bambini durante il primo tentativo di sgombero del civico 5 di via Mario de Maria. La prima volta che fu utilizzato quel gas fu durante le iniziative repressive dei carabinieri contro i facchini in lotta della Granarolo. La città di Bologna deve sapere di che gas si tratta e chi ne ordina l’utilizzo! Denunciamo l’estrema violenza della celere che ha più volte pestato le donne anziane, i papà, gli uomini, le ragazze, e i bambini del numero 5 di Via Mario de Maria durante l’ultimo tentativo di sgombero e annunciamo l’apertura del nuovo fascicolo di inchiesta dedicato alle brutalità e alle violenze che documentano i comportamenti della celere e dei carabinieri durante gli sgomberi a Bologna dall’aggressione all’Ex Telecom fino ad oggi”.

Contro tutto ciò è stata una “giusta e degna resistenza” quella che “tanti e tante solidali hanno realizzato ieri (martedì, ndr) mattina nei pressi di via Mario de Maria opponendosi con coraggio alle aggressioni della celere, resistendo a sette cariche violente e brutali, e alzando barricate per proteggere l’espressione di solidarietà alle famiglie e agli occupanti che contemporaneamente venivano attaccati” dalle forze di polizia.

Il testo si chiude rivendicando “la giusta pratica dell’occupazione abitativa”, “la necessità di autodifendere un diritto fondamentale come quello all’abitare” e i picchetti antisfratto” e dando appuntamento “in piazza Maggiore sabato alle 15:30 per la prima Assemblea Popolare della Lotta per il Diritto all’Abitare dove condivideremo proposte e iniziative per accendere nel segno della lotta, della dignità e della resistenza all’autunno del No Sociale al Governo Renzi”.

Questura e Comune da parte loro si arroccano a propria difesa, la prima negando che ci fosse un intento censorio nell’aver tenuto lontani i cronisti dalla palazzina durante lo sgombero e motivando la decisione con le “circostanze di ordine pubblico e la necessità (bonta loro) di “garantire la sicurezza  dei cronisti”; mentre da Palazzo d’Accursio l’assessora Gieri riesuma lo spauracchio dello “sfruttamento politico del bisogno abitativo” (a quali oscuri fini poi?) e rinnegando la scelta della giunta precedente di ospitare molti sgomberati all’ex Galaxy di via Fantin: le grandi concentrazioni vanno superate”, sentenzia, assicurando che il sindaco sia della stessa opinione.