Corteo nazionale per l’eliminazione della violenza patriarcale indetto per il quarto anno da Non Una di Meno. Tante le performance lungo il percorso: canti, balli, chiavi agitate in aria e il “grido muto”.
“Ci Vogliamo Viv3!”: dietro questo striscione è tornata a manifestare la marea transfemminista. Centomila le persone scese in piazza, secondo le promotrici.
Il corteo era aperto dalle donne dei centri antiviolenza, “per ribadire la centralità della lotta alla violenza maschile sulle donne e di genere e denunciare l’assenza di una bozza del nuovo piano nazionale antiviolenza e di misure concrete e strutturali”, spiega Non Una di Meno.
A più riprese le manifestanti hanno agitato in aria il proprio mazzo di chiavi: “Come sappiamo bene, ‘l’assassino ha le chiavi di casa’ e il picco di segnalazioni durante l’emergenza Covid dimostra ancora una volta che la casa non è un luogo sicure per le donne, l* adolescenti e le persone lgbtqia+. Le chiavi che abbiamo sempre in tasca o in borsa, e che quando torniamo a casa la sera teniamo in mano anche come strumento di autodifesa. Agitiamo le nostre chiavi in aria per simboleggiare la rivolta alla violenza domestica, psicologica, in strada, sul lavoro… tutt* insieme, come segno di sorellanza e rifiuto della vittimizzazione. ‘non mi difende la polizia mi difendono le mie sorelle'”.
> Guarda il video della prima performance (l’articolo prosegue sotto):
Diverse altre performance hanno caratterizzato il corteo: il “grido muto” mutuato dalle sorelle cilene, quello “di chi non ha più voce, ma anche un grido di rivolta di lotta e di liberazione”, altre per segnalare “l’intreccio tra sfruttamento e confini, nel pieno di una crisi economica e sociale che colpisce soprattutto le donne e le persone che vivono il ricatto dei documenti, denunciare che i muri a Sud e a Est d’Europa per fermare chi fugge da guerra e fame moltiplicano morte e violenza” e per “visibilizzare le malattie femminili croniche non riconosciute dal Sistema Sanitario Nazionale e denunciare il sapere medico patriarcale che produce sofferenza e violenza sui nostri corpi’.
> Guarda il video del “grido muto”:
Partito alle 15.30 da piazza della Repubblica, il corteo si è chiuso in piazza San Giovanni “con un’azione simbolica, componendo il simbolo transfemminista con un numero di candele pari ai femminicidi, lesbicidi e transcidi avvenuti nel 2021”. Un’azione “a cura dell’osservatorio nazionale di Non Una Di Meno il cui lavoro abbiamo reso pubblico il 25 novembre e proseguirà nei mesi a venire”.
> Altre foto del corteo: