Sgb, annunciando lo stato di agitazione del personale: “Il rischio è che saltino anche quei minimi elementi di sicurezza che quotidianamente cerchiamo di difendere da una gestione della pandemia definita senza il contributo dei lavoratori e per molte cose sbagliata”.
“Come ampiamente prevedibile”, gli asili nido e le scuole dell’infanzia del Comune di Bologna ieri hanno riaperto “in condizioni disastrose con oltre il 30% di assenze fra il personale e con il rischio che saltino anche quei minimi elementi di sicurezza che quotidianamente cerchiamo di difendere da una gestione della pandemia definita senza il contributo dei lavoratori e per molte cose, sbagliata”. Lo dice l’Sgb, con un comunicato diffuso proprio ieri, aggiungendo: “In questi giorni l’amministrazione comunale non ha monitorato alcunché non avendo reso disponibile alcun canale di comunicazione ufficiale alle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi educativi e scolastici i quali hanno dovuto fare da sé per monitorare la situazione plesso per plesso e proprio per questo in molti si auguravano che i servizi non venissero riaperti in queste condizioni. Ora il rischio è che l’improvvisazione ed il panico abbiano il sopravvento e che si mettano in atto modalità organizzative che peggiorino la situazione come ad esempio la rottura delle cosiddette bolle spostando personale da sezione a sezione, da scuola a scuola, come già ripetutamente avvenuto con il personale delle coop sociali. Per questo abbiamo chiesto un incontro immediato al sindaco che ha mantenuto a se la delega al personale e all’assessore all’istruzione, informandoli che la scrivente ha messo in ‘stato di agitazione’ il personale al quale si chiede di non aderire a richieste di lavoro straordinario che in tale situazione sarebbero particolarmente gravose”.
Scrive ancora il sindacato: “Abbiamo nuovamente chiesto che i servizi vengano tenuti aperti per mezza giornata ove vi siano presenze sufficienti, al fine di evitare in particolare la rischiosissima situazione che si verifica con i dormitori. Misure queste che fanno parte di un pacchetto che Sgb ha presentato all’amministrazione da lungo tempo e che dovevano e potevano essere già state messe in cantiere a tutela di tutti. Il problema vero è che il sindaco oltre a qualche frase retorica ad uso e consumo dei meedia, non ha cambiato di una virgola politiche e modalità che hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni della giunta Merola, per certi versi peggiorandole. Continua infatti, in barba al referendum sulla democrazia a cui hanno partecipato ben 1.803 dipendenti comunali, l’esclusione dai più elementari diritti sindacali di Sgb che è il secondo sindacato, di Cobas e Adi che complessivamente rappresentano oltre il 40% dei lavoratori. Per questo gli incontri sulla sicurezza sanitaria e sulle misure Covid vengono fatte solo con cgil, cisl e uil e non è stato fatto nessun incontro con le rsu su questo tema nonostante il sindaco si fosse preso tale impegno, mentre l’ultimo incontro sul settore dove si è parlato molto parzialmente di questo tema risale al 13 dicembre scorso. Come se tutto ciò non bastasse, è notizia di poche settimane fa che il comune, per ‘incomprensioni’ con l’Ausl, è stato sostanzialmente senza ‘medico competente’ per oltre un anno con le conseguenze anche giuridiche che ciò comporta. Una situazione grave che ci induce a chiedere serietà, la fine delle chiacchiere e delle promesse propagandistiche, il ripristino della democrazia sindacale e l’assunzione vera della delega al personale affinché i servizi comunali siano gestiti bene e in sicurezza, attraverso il confronto con i lavoratori e con chi li rappresenta e non solo con i propri ‘amici’ evidentemente corresponsabili di ciò che sta accadendo”.
Sempre nella giornata di ieri, il Comune ha poi comunicato una riduzione degli orari dei servizi fino a domani, con chiusura alle 16,30: in un primo momento l’amministrazione ha parlato sia dei nidi che delle materne, poi in seguito ha precisato che la chiusura anticipata riguarda solo i nidi. Questo dopo che già ieri, per fronteggiare la situazione di “emergenza” (22% di operatori assenti ha scritto il Comune), si è reso necessario ridurre l’orario dei servizi e predisporre turni straordinari del personale presente: nei nidi, su 130 sezioni totali, in 30 è stato garantito solo l’orario ordinario fino alle 16,30 anziché l’orario prolungato fino alle 17,45 e un nido ha chiuso alle 13,30; nelle scuole d’infanzia, invece, su 201 sezioni totali tre hanno chiuso intorno alle 16 anziché alle 17,30.