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Pratello R’Esiste: “Il nostro 25 aprile sotto attacco, ma non arretriamo di un millimetro”

Le/gli organizzatrici/ori della festa della Liberazione: il Comune ha deciso di “occupare” piazza San Francesco con un evento chiedendo che le altre attività finiscano alle 15, ma “non accetteremo di farci mettere un cappello in testa, di essere normalizzati dalle politiche comunali per diventare l’ennesima bellissima esperienza trasformata in un’inutile brutta copia di se stessa”.

31 Marzo 2023 - 16:13

“Questo è un post lungo, ma è un post necessario. C’è dentro tanta roba, versatevi un bicchiere di vino, mettetevi comodi e leggetevelo con calma. Vogliamo parlarvi di una storia che non ci piace. Di un attacco che noi non abbiamo mai cercato ma, evidentemente, è figlio di questi tempi sbagliati. E di una battaglia, quella che stiamo combattendo per tenerci stretto quello che abbiamo creato”, scrive il Pratello R’Esiste via social. “Parte prima: cosa è successo”, continua il comunicato: “Poche settimane fa il Comune ci comunica che quest’anno, per il 25 Aprile, ha deciso di organizzare un evento in piazza San Francesco. Ce lo comunica dando la cosa per fatta, perchè collaborare è Bologna, partecipare è Bologna, i laboratori di idee proliferano, il sindaco va nei quartieri ma nessuno prende in considerazione l’ipotesi di confrontarsi con chi da 15 anni organizza una delle feste più partecipate e importanti della città. E’ già tutto deciso. Un evento di ‘alto profilo culturale’, con lo scopo di avere una gestione della piazza che eviti il degrado degli altri anni, le pisciate, l’abusivismo. Tutta la piazza verrà chiusa, strada circostante il sagrato compresa, transennata, gli ingressi contingentati. 2000 persone poi non si entra più, con il controllo di volontari, steward, contapersone. Per tutto il giorno, fino alle 23,00, ci saranno eventi non meglio precisati a ‘basso impatto acustico’. In virtù di questo ci viene chiesto di terminare le nostre attività alle 15. In virtù di questo ci viene chiesto di spostare o evitare la pedana che tutti gli anni montiamo di fronte a Fantoni. Negli ultimi anni, da quando Piazza San Francesco non è stata inclusa come spazio della nostra festa, sono stati fatti una serie di esperimenti più o meno riusciti di gestione: transenne, non transenne, presidi della protezione civile, delle forze dell’ordine… misure più o meno belle da vedere ma comunque piuttosto neutre. Organizzare sulla piazza un evento a ridosso di quello che succede nei nostri spazi, con il rischio (o la volontà?) che le due cose siano confuse, si mescolino l’una nell’altra, quasi a voler suggerire una comunione d’intenti, un ingresso istituzionale in Pratello R’Esiste… è altra cosa. Il Comune ci rassicura. E’ un esperimento, è un tentativo per ‘non militarizzare la piazza come in passato’ e trovare una soluzione diversa per evitare i problemi di degrado (quanto piace questa parola, ricorda così da vicino Sergio Cofferati…), non sia mai che pensiate che vogliamo essere in concorrenza con voi, o sopraffarvi, o prendervi la festa. Poi, per carità, non ci saranno passerelle politiche, ma l’istituzione è un’altra cosa, non possiamo escludere un saluto dell’istituzione. Una gran merda”.

Segue la seconda parte, “Che cosa siamo”, che recita: “La prima cosa che abbiamo pensato è che siamo sotto attacco. Un attacco a noi, a quello che siamo, al 25 Aprile e a tutto il percorso che c’è dietro. Pratello R’Esiste, prima ancora della bellissima strada piena di colori, striscioni, musica e persone felici, è un percorso, è uno spazio libero, è una festa che nasce dal basso, da un gruppo di compagni e di residenti che senza nessun padrone, nessuno sponsor e nessun capo politico costruiscono un percorso che cerca di chiamare a raccolta tutte le forze antifasciste che vogliono portare un contributo, una canzone, un quadro, un’idea. Così nasce la festa, con le riunioni che non finiscono mai in cui si litiga anche per la posizione di un banchetto o la virgola di uno striscione, con le lotterie e i pranzi e le magliette per tirare su i soldi, con i risvegli delle 6 di mattina per vestire a festa la strada, con i giri notturni per sistemare i cartelli e presidiare il palco. Un festa che trova il suo senso nell’autogestione, nel procedere con ostinazione senza cappelli politici, pagando di tasca propria ogni singolo centesimo, errore, sforzo, e sono tanti credeteci. Tutto l’opposto di quello che verrà organizzato di fianco a noi. Niente di cui stupirsi, da parte di un’amministrazione che da tempo in città fagocita spazi ed esperienze imponendo una restituzione borghese, laccata e vuota di tutto. A Bologna la più grande e partecipata festa della Liberazione è completamente autogestita, si paga tutto, coinvolge realtà più o meno scomode, e nonostante ciò riesce anche ad andare in prima pagina sui quotidiani nazionali, ad essere emblema del 25 Aprile escludendo politici, politicanti e interessi economici dei soliti. Per il Comune è ora di provare a metterci un piedino dentro, poi si vedrà”.

Nella terzo capitolo, “Cosa abbiamo fatto fin qui”, scrive il Pratello R’Esiste: “Le richieste di limitazione di spazi e orari sono state respinte, cagate pazzesche. Da 15 anni facciamo la festa cercando sempre di migliorarne organizzazione, fruibilità e contenuti per un solo unico problema che tante storiche feste in città non hanno, l’aumento continuo della partecipazione. Prima di venire a conoscenza delle intenzioni del Comune abbiamo proposto il mercato di Campi Aperti in Piazza San Francesco, e in ragione dell’enorme affluenza dello scorso anno è stato presentato un progetto che prevede la diminuzione di gazebo, punti musica e banchetti lungo strada, rinunce che di certo dispiacciono ma riteniamo necessarie per garantire spazi più ampi per afflusso e deflusso, per garantire maggiore sicurezza. Niente di niente, il mercato non si può fare perchè il Comune ha già deciso di gestire la piazza, e gli spazi che vuole occupare non si discutono nemmeno davanti alle evidenze più lampanti. Mentre facciamo di tutto per aumentare gli spazi per le persone loro ci chiudono la piazza, tutta, e con essa vie di deflusso imprescindibili. E’ stato fatto presente a più riprese davanti a esponenti e tecnici di Comune, Questura, Polizia Locale e Digos. Basterebbe consentire il passaggio sulla strada che circonda la piazza e limitare lo spazio dell’evento al sagrato, ma niente. Ci sembra solo una questione di normale buon senso, che chiunque conosca la festa può capire, niente di niente. Sarà che in questi anni abbiamo visto feste diverse, o forse stiamo diventando vecchi e ci preoccupiamo delle cazzate. Pare quasi che quelli sporchi, brutti e cattivi delle autogestioni si preoccupino dei partecipanti, mentre l’amministrazione si preoccupi solo di OCCUPARE la piazza. Figo eh!”.

Infine la quarta perte, “Cosa succederà, dove vogliamo andare”. Annuncia dunque il Pratello R’Esiste: “La festa la faremo, gli orari non cambieranno e ci è stato garantito che non vi sarà alcun intervento politico o istituzionale. Di motivi per non farla ce ne sarebbero ancora tanti, e li abbiamo detti prima, ma faremo la festa perchè le vogliamo bene, e la vogliamo tenere per la città, che ha bisogno più che mai di autogestione e antifascismo, di vera alta cultura. Non ci adagiamo, siamo convinti che questo sia solo l’inizio, che poi seguiranno bellissime ricostruzioni che diranno che finalmente piazza San Francesco è salva, l’uomo ragno è stato respinto dai solerti steward con il contapersone, i muri son pulitissimi e tutti gli ubriachi sono stati tenuti fuori dalla piazza di alto valore culturale, relegati a fare degrado in mezzo alle bestie di Pratello R’Esiste. Magari chi lo sa, l’anno prossimo chiederanno veramente un nostro pezzetto di strada, perché no? Si collabora, che vuoi che sia. Noi la festa la faremo, ma non arretreremo di un millimetro. Non accetteremo di farci mettere un cappello in testa, di essere normalizzati dalle politiche comunali per diventare l’ennesima bellissima esperienza trasformata in un’inutile brutta copia di se stessa. Tutto questo per condividere con la città l’esigenza di dare come sempre prova dell’amore di Bologna per la Resistenza, omaggiandola senza alcuna tensione e con i veri valori di partecipazione che ci hanno insegnato. Per restare belli, colorati e gioiosi. La città che hanno in mente non è Bologna, che è sempre stata vita, sogno, lotta e festa. Il 25 Aprile il Pratello resisterà anche al tipo di città che vogliono e sarà come sempre spazio di vera condivisione, di vero rispetto, di vera pace. Il 25 Aprile al Pratello, ogni anno, ci sarà una bellissima e serena giornata di festa, e Bologna la vuole autogestita, come la Resistenza”.