Acabnews Bologna

Piazza Verdi, il tema in Quartiere: ma dove sono gli anti-degrado?

Santo Stefano, tre odg sulla zona universitaria ma dei residenti esasperati di cui si legge nessuna traccia. Tpo: contestato Bernardini, “cercava visibilità in San Francesco” (piazza al centro di una poesia che riceviamo e pubblichiamo).

14 Luglio 2017 - 10:54

Da almeno vent’anni due comitati antidegrado, o meglio gli stessi due eterni portavoce dei medesimi, consegnano alle cronache cittadine racconti di strade e piazze attorno a via Zamboni preda di smisurate folle di ubriachi fracassoni, spacciatori, sbandati. Sarebbe da aspettarsi che quando, com’è avvenuto nei giorni scorsi, il consiglio del Quartiere competente, che da qualche tempo è il Santo Stefano, mette a discussione ben tre ordini del giorno sulle problematiche proprio della zona universitaria, qualcuno batta un colpo. Se non dei comitati, qualche singolo cittadino vittima di una tale giungla urbana. Macché. A riempire i posti del pubblico nell’aula del Baraccano, all’ultima seduta, c’era solo un nutrito gruppo di attivisti di Làbas e frequentatori dell’ex Masini, interessati al successivo dibattito su quanto accaduto nelle scorse settimane in occasione della presentazione del fumetto su Sergio Ramelli (per la cronaca: è passato l’odg del centrosinistra che condanna i saluti romani ma non l’operato della polizia, bocciati quelli di Coalizione civica e centrodestra: il M5s si è serenamente astenuto su tutto).

Così, la discussione è scivolata via tra le lamentele del centrodestra e le repliche della maggioranza, sostenuta degli interventi dell’assessore comunale alla Sicurezza e del comandante della Municipale, tese a rivendicare l’efficacia delle misure messe in atto dall’amministrazione e il bottino di un migliaio di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti: “Potremmo tranquillamente organizzare una festa”, la butta lì il capo dei vigili.

Il fronte più caldo in questa estate torrida pare invece essere piazza San Francesco (di competenza, però, non del Santo Stefano ma del Porto-Saragozza). Ricorda il Tpo su Facebook: “Da qualche giorno a Bologna è in vigore l’ennesima ordinanza (divieto dalle ore 17 di bere e introdurre in piazza alcolici e/o bevande in vetro e lattina, divieto di suonare strumenti musicali e riprodurre musica) che proibisce di fatto l’uso di piazza San Francesco, luogo che da sempre è per definizione aperto e sociale”.

Mercoledì sera, invece, mentre era in corso un sit- in promosso dall’associazione Arte Migrante , “un’iniziativa gioiosa di tante e tanti – prosegue il centro sociale – ha sfidato la retorica del decoro di pochi, tra questi anche Manes Bernardini, esponente della destra bolognese, venuto in piazza a cercare un po’ di visibilità e che invece è stato contestato. La socialità non è un problema o un reato, ma una ricchezza comune. Vorrebbero rendere le piazze un deserto, ma ci troveranno sempre in tante e tanti a viverle senza divieti e nelle differenze. Più piazze libere, meno ordinanze!”.

* * * * * * * * * *

Pubblichiamo una poesia che dopo l’emissione dell’ordinanza su piazza San Francesco ci è stata inviata da Iolanda, una lettrice da poco trasferitasi a Bologna che in quella piazza aveva trovato “un luogo accogliente dove stare in compagnia e da soli”. Una poesia, spiega l’autrice, che parla parla “della normalità fatta di incontri e birre in piazza (nonché del delirio iscrizione alle graduatorie scolastiche): uno sfondo normalissimo che all’improvviso diventa vietato e punibile”.

 

Po’esia dell’amore in III fascia

Amore mio,
dici che il mio cuore è complicato.
Come la compilazione di una domanda di iscrizione nelle graduatorie di istituto.

Che i miei silenzi sono difficili da interpretare,
più di un decreto del Ministero dell’ IstruzZione.

Che la mia cocciutaggine sfida
l’ottusità di un impiegato di segreteria.

E aggiungi che sei stanco
di dover tenere il conto dei giorni buoni,
(come i giorni di servizio atipico, calcolabili solo per frazione superiore ai 15 giorni);

e di dover produrre ogni volta accurata certificazione dell’ affetto che provi DI me,

e aggiornare di continuo i tuoi titoli:
il tuo Master in Gestione accurata del “va tutto bene”;
i tuoi corsi di perfezionamento in “Inversione del giorno cominciato col piede sbagliato” e “Scardinìo del tanto non capiresti”.

Amore mio:
è una vita di merda.

Ma vieni
stasera
in piazza San Francesco.

Con due birre fredde

ci ameremo in modo semplice

ruberemo il pallone ai bambini

e giocheremo finché l’alba

non avrà cancellato
un po’ di questo dolore
e le paure
e le mie salde insicurezze
i brutti ossimori
tutte le pagine del modello A2.