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Nei penitenziari dell’Emilia-Romagna ci sono 3.631 detenuti, mentre la capienza è di soli 2.795 posti | Altro blitz delle maschere bianche de ‘Il padrone di merda’: stavolta al Biografilm Festival | Hub, lavoratrici e lavoratori dell’accoglienza fanno il punto dopo il tavolo sui temi occupazionali.

15 Giugno 2019 - 18:21

Dai dati aggiornati al 31 maggio emerge che “sono 3.631 i detenuti nelle strutture carcerarie della regione, mentre la capienza è di soli 2.795 posti”. Questo significa che “i detenuti in più sono 836, con un tasso percentuale di eccesso del 30%”. Lo segnala il Garante regionale dei detenuti, Marcello Marighelli, aggiungendo che le donne sono 148, gli stranieri 1.881 e i detenuti in semilibertà 72. Il Garante solleva anche il problema “della presenza in carcere di donne con figli al seguito o in gravidanza”. In Emilia-Romagna “non esistono strutture in grado di prendersi in carico questi casi”, spiega il Garante, aggiungendo che “la presenza di bambini in carcere non è accettabile e occorre un intervento risolutivo: questa regione si deve dotare di una struttura adeguata”.

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Blitz degli attivisti della campagna Il padrone di merda durante un’iniziativa del Biografilm Festival. Gli organizzatori della kermesse “non pagano i lavoratori”, è il messaggio scritto sullo striscione con cui le maschere bianche si sono presentate in sala per intervenire dal palco e riportare alcune testimonianze. Il festival funziona in realtà grazie a “centinaia di volontari” che in cambio del lavoro gratuito ricevono “promesse e sogni di realizzazione, che nel mondo della precarietà sono per noi l’unica forma perversa di speranza e riconoscimento”, è l’accusa mossa da Il padrone di merda.

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Una nota a firma Le lavoratrici e i lavoratori dell’accoglienza di Bologna ritorna sulla chiusura dell’Hub e in merito al tavolo di giovedì in Città metropolitana riferisce che “è emersa la mancata comunicazione di dati sul quadro occupazionale attuale da parte degli enti gestori. Sono stati sollevati i seguenti temi: la necessità di tutele per lavoratori e lavoratrici in termini di ammortizzatori, riqualificazione professionale, ricollocamento; l’importanza dell’assunzione di responsabilità da parte dello Stato; la necessità di chiarire e monitorare la futura assegnazione delle strutture prefettizie Hub Mattei (bando aperto) e Cas (bando andato deserto); l’equiparazione del trattamento delle lavoratrici e dei lavoratori del welfare a quello delle altre categorie lavorative; l’importanza di dare continuità a questo tavolo sul lavoro. Per questi motivi l’assessore Lombardo si è impegnato a riconvocare le organizzazioni sindacali con le lavoratrici e i lavoratori, a seguito dei successivi tavoli con enti gestori e Prefettura”. Intanto, dopo la chiusura di via Mattei il sistema sanitario bolognese ha segnalato di aver perso i contatti con dieci persone che erano ospitate nella struttura e sono malate di epatite C. Lo stesso vale per altri migranti malati di tubercolosi.