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Asia: sfratto rinviato a Casalecchio | ‘Il padrone di merda’ dopo l’incontro con NaturaSì: “Continueremo a vigilare” | Radio Città del Capo segnala “gravissima” occupazione dell’emittente; anarchici e anarchiche: “Letto un comunicato sullo sciopero della fame di Anna e Silvia, senza spostare un penna” | Sgb primo sindacato in Acer.

14 Giugno 2019 - 18:00

“Stamattina a Casalecchio di Reno una famiglia con tre bambini rischiava di essere sfrattata, con unica soluzione un albergo per 10 giorni solo per la moglie e i bambini. Senza una soluzione dignitosa ed adeguata, come uno dei migliaia di appartamenti pubblici vuoti, la famiglia non lascia la casa.  Nonostante l’insistenza del proprietario, con numerosi appartamenti di proprietà, il presidio è riuscito ad ottenere il rinvio al 2 settembre. Casa per tutti!”. Lo rende noto Asia-Usb.

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Come annunciato, due giorni fa le maschere bianche della campagna Il padrone di merda sono tornate in presidio davanti a NaturaSì per incontrare il presidente Fabio Brescacin, che si era detto disponibile ad un faccia a faccia dopo il caso dell’annuncio in cui la catena del bio proponeva uno stage retribuito 2,80 euro l’ora. Grazie alla denuncia de Il padrone di merda, quell’annuncio era stato ritirato e nell’incontro con gli attivisti il presidente ha parlato di “errore”. Ma ha anche “sostenuto che continuerà ad usare stage e alternanza scuola lavoro”, dicono gli attivisti. Quindi, “non ci accontentiamo di questo primo, pur importante, risultato concreto ottenuto”, cioè il ritiro degli annunci come quello segnalato: “Siccome non siamo un sindacato e non accettiamo concordati né trattative sottobanco- scrive Il padrone di merda– precisiamo che continueremo a vigilare sui negozi di NaturaSì e su ogni lavoro, tirocinio e stage, finché ogni persona assunta non verrà pagata dignitosamente, al di là di ciò che permettono le leggi vergognose di questo paese”. Il padrone di merda ha pubblicato su Facebook il video della discussione con Brescacin.

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Mercoledì sera “un gruppo di sconosciuti è entrato furtivamente nella sede della radio. Qualche minuto dopo, intorno alle 19.25, una voce femminile ha alzato il cursore del microfono e ha letto un comunicato di solidarietà con alcuni detenuti anarchici in sciopero della fame, sovrapponendo la propria voce al sonoro della diretta della trasmissione di Popolare Network in corso. Il gruppo, prima di lasciare la sede, ha gettato a terra, negli studi, sui mixer e sulle nostre scrivanie una manciata di volantini con il testo del comunicato letto pochi istanti prima. Questo gesto vigliacco, attuato quando nessuno della redazione era in sede, rappresenta un atto gravissimo che non possiamo accettare”. E’ la segnalazione diffusa da Radio Città del Capo. In un comunicato di replica, a firma Anarchici e anarchiche, si parla di “breve occupazione delle frequenze” dell’emittente, dopo che il comunicato di indizione dello sciopero era stato inviato alla radio ma non strasmesso: “Trovando l’ingresso aperto e la radio vuota, i compagni e le compagne hanno atteso per più di un’ora che arrivasse qualcuno a cui chiedere di leggere il comunicato di Silvia e Anna”, così alla fine “hanno provveduto autonomamente a leggere il comunicato in diretta radio. Hanno avvertito telefonicamente Radio Popolare Milano di quanto accaduto, sparso qualche volantino e se ne sono andati con calma senza spostare una penna o un telefono”.

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Nei giorni scorsi “si sono concluse le elezioni Rsu dell’Azienda Casa dell’Emilia Romagna (Acer); Grazie all’ottimo lavoro svolto e alla credibilità dei nostri candidati, Sgb ha ricevuto la maggiornaza dei voti!”, annuncia il sindacato, spiegando che la piattaforma proposta “ha di base la richiesta di democrazia sindacale all’interno del posto di lavoro e contro il welfare aziendale obbligatorio e sostitutivo di parte del salario, per una migliore qualità del lavoro che tenga conto dei tempi lavoro-famiglia-tempo libero, per una formazione continua e specializzata e la sicurezza sul lavoro per una qualità di rapporti umani basata su rispetto e dignità per la trasparenza nei riconoscimenti di carriera, contro l’accordo sulle rappresentanze sindacali”.