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::: Notizie brevi :::

I familiari delle vittime della Uno bianca annunciano un esposto: “Abbiamo il diritto di cercare mandanti e complici” | Ieri presidio dei lavoratori dei parcheggi comunali rimasti senza impiego a Capodanno, Usb: “Lasciati a casa con un messaggio su WhatsApp” | Tra Bologna e Imola raffica di danneggiamenti a simboli della Resistenza antifascista.

04 Gennaio 2022 - 19:21

“Anche noi familiari delle vittime della Uno bianca abbiamo il diritto di cercare mandanti e complici ed è per questo che presenteremo un esposto che ripercorrerà tutte le azioni oscure della banda”. E’ il messaggio diffuso in occasione del 31esimo anniversario della strage del Pilastro dai familiari dei tre carabinieri che il 4 gennaio 2021 furono uccisi dalla banda dei fratelli Savi, per lo più composta da poliziotti vicini all’estrema destra. Ancora oggi “non conosciamo tutta la verità su quella strage. Di quell’eccidio, come di tante altre azioni della famigerata banda di assassini, conosciamo solo alcuni esecutori materiali”, hanno scritto i familiari delle vittime.

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Ieri “giornata di mobilitazione per i lavoratori dei parcheggi comunali di Staveco e Tanari contro la prospettiva di rimanere senza occupazione“, segnala l’Usb: gli operatori hanno svolto “un presidio presso l’ingresso del parcheggio Tanari per rivendicare i propri diritti dopo anni di servizio in subappalto prima con Tper e ora con la nuova azienda Bomob”. Mentre per i lavoratrici e lavoratrici ex Tper sono state applicate le norme e le clausole di salvaguardia nel passaggio tra le aziende, “nessuna tutela è stata attivata per i restanti lavoratori in subappalto”, aggiunge l’Usb, segnalando che i lavoratori in questione “hanno ricevuto su Whatsapp un messaggio che li informava che il contratto con Tper era finito”. Nel frattempo “i parcheggi non sono operativi, gli ingressi non sono presidiati, le tariffe previste per i parcheggi scambiatori non sono utilizzabili e gli utenti non possono abbonarsi con una perdita anche economica per le casse del Comune”, aggiunge il sindacato, chiedendo “a Comune e azienda una urgente soluzione per garantire lavoro e reddito per questi lavoratori”.

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Negli ultimi giorni sul territorio bolognese si sono registrati diversi danneggiamenti a simboli della Resistenza antifascista. E’ stata rotta una bacheca dell’Anpi in via Emilia 131, racconta la sezione “Mario Ventura” di Santa Viola: gli autori del gesto hanno asportato la bandiera dei partigiani e il manifesto della battaglia di Ponte romano con le foto dei sei giovani partigiani uccisi dai fascisti al tiro a segno di via Agucchi nel 1944. Episodi simili hanno interessato anche altre bacheche presenti in via del Giglio e in via Agucchi. La sezione Anpi ha quindi organizzato un’affissione di volantini di denuncia nella zona. L’Anpi provinciale ha segnalato poi un raid contro il monumento alla partigiana Adalgisa Gallerani, nome di battaglia “Tosca”, all’interno del parco a lei intitolato: sono state tirate bottiglie contro la lapide che ricorda la partigiana e divelti i paletti che la circondavano. A Imola, infine, è stata rubata la bandiera dell’Anpi esposta sulla sede dell’associazione; stessa cosa è accaduta a una bandiera della pace fuori dalla sede della Cgil. In merito a questi due episodi si registra la solidarietà espressa dall’Assemblea degli anarchici Imolesi e dall’Archivio storico della Federazione anarchica italiana: “Azioni come queste non possono essere tollerate. Non può più essere concessa agibilità politica ai nostalgici di un regime totalitario”.