Sgb: nidi e scuole dell’infanzia comunali sono in “una situazione sfilacciata e di continua emergenza” per “scelte politiche ed amministrative sbagliate ed inopportune” | Azzeramento vertici Asp, Unione Inquilini: “Più volte segnalato il decadente stato di buona parte del patrimonio pubblico” dell’ente | Strage, al processo Bellini frattura su un’intercettazione decisiva.
“Una situazione sfilacciata e di continua emergenza dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali, a noi nota da tempo ben prima della pandemia covid 19“. Così Sgb Comune di Bologna descrive il quadro tratteggiato dall’assessore alla scuola Daniele Ara in un’intervista. Per il sindacato “scelte politiche ed amministrative sbagliate ed inopportune hanno trasformato un sistema educativo pregiato come quello bolognese in un fortino assediato”, mentre “la gestione del biennio 2020/2021 in piena pandemia è stata disastrosa”. Per Sgb “l’Amministrazione non è più in grado di garantire le sostituzioni delle assenze a qualsiasi titolo e per mantenere aperte scuole e nidi vengono richiesti doppi turni o l’allungamento dell’orario di lavoro al personale in servizio a cui vengono negati permessi personali e ferie. Le parole per invertire questo declino non bastano mentre è necessario intervenire concretamente e celermente su questi temi e contestualmente avviare una stagione di assunzioni stabili nelle scuole e nei nidi”.
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Dell’azzeramento dei vertici di Asp Città di Bologna “prendiamo compiacente atto”, dice Unione Inquilini Bologna, che ha “in vari incontri portato le nostre rimostranze nei confronti di un’amministrazione dei vertici ASP sorda e menefreghista nei confronti dei sindacati degli inquilini”. Continua l’organizzazione sindacale: “Più volte abbiamo segnalato il decadente stato di buona parte del patrimonio pubblico in possesso, circa 8000 appartamenti , di ASP, che ricordiamo per il 95 % di quote appartiene al Comune di Bologna, e di come serva un Piano di ristrutturazione che vada a coprire la sempre più crescente richiesta di alloggi per studenti e lavoratori, non abbiamo mai avuto risposta da parte della amministrazione uscente. Non entriamo nel merito di chi oggi debba ricoprire la carica verticistica. Auspichiamo che chiunque vada a ricoprirla metta in campo un piano di recupero del patrimonio pubblico”.
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L’udienza di ieri del processo a carico del presunto quinto uomo della strage del 2 agosto 1980 alla Stazione, Paolo Bellini, ha visto dividersi il perito i tecnici della Polizia scientifica incaricati dalla Procura generale di Bologna di lavorare sull’intercettazione ambientale del 18 gennaio 1996 in cui il leader veneto di Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, farebbe riferimento ad un “aviere” che avrebbe portato la bomba in stazione. Se, infatti, il perito è convinto che la parola pronunciata da Maggi sia, appunto, “aviere”, il che avvalorerebbe la tesi dell’accusa contro Bellini (che aveva un brevetto da pilota), per i tecnici della Scientifica che hanno digitalizzato e ripulito l’intercettazione la parola in questione sarebbe invece “corriere”. Per la Procura generale le conclusioni dei tecnici essere state influenzate dalle ipotesi, poi archiviate, sulla pista palestinese, in cui si fa riferimento allo scoppio accidentale della bomba, trasportata appunto da un corriere.