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::: Notizie brevi :::

Consiglio comunale approva dichiarazione di emergenza climatica, Extinction Rebellion: “Solo punto di partenza” | Noi Restiamo: “Vigilantes in piazza Verdi per impedire agli studenti di sedersi a terra” | Vittime amianto: su discariche e bonifiche finora non si è fatto abbastanza | Contestarono Salvini, Procura chiede 21 rinvii a giudizio.

01 Ottobre 2019 - 17:07

Il Consiglio comunale di Bologna ha dichiarato ieri lo “stato di emergenza climatica, ambientale ed ecologica” approvando un ordine del giorno che ricalca fedelmente il documento proposto dal movimento Extinction Rebellion, che nelle scorse settimane aveva ottenuto l’apertura di un confronto con l’amministrazione con diversi presidi davanti a Palazzo D’accursio e lo sciopero della fame portato avanti da Filippo. Tra i punti del documento (passato senza i voti favorevoli di Lega e Fdi) c’è l’impegno a stabilire entro 100 giorni “una ‘road map’ per dettagliare i tempi stabiliti e le misure necessarie, quali per esempio un piano di rimboschimento della aree cittadine, un piano di mobilità sostenibile che preveda incentivi forniti alla cittadinanza per un trasporto sempre più verde, di utilizzare spazi ed edifici esistenti e non costruire nuove strutture”. Commenta Extinction Rebellion, che avevano trascorso la notte precedente al Consiglio comunale davanti a Palazzo D’Accursio: “Siamo molto soddisfatti ma consapevoli che questo è solo un punto di partenza perchè siamo riusciti a farci ascoltare, ma il percorso vero e proprio inizia adesso”.

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Arrivano i vigilantes in piazza Verdi, segnala Noi Restiamo: “Il controllore ha il fondamentale compito di impedire ai pericolosissimi e maleducati studenti universitari di fare qualcosa di sovversivo come sedersi in terra a godersi la musica e le ultime serate di bel tempo. No, sul serio, è pagato per non far sedere a terra gli studenti. Insomma, quelle che dovevano essere le ‘maschere delle Macchine Celibi a presidio della buona educazione sono già diventati vigilantes”.

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Dopo le elezioni, con la nuova Giunta della Regione Emilia-Romagna bisognerà produrre un “piano 2.0” per affrontare il problema dell’amianto, “che produca miglioramenti e correttivi. Alcuni temi finora non sono stati trattati in maniera esaustiva”. Lo dice l’Associazione dei familiari e delle vittime dell’amianto. Ad esempio, “il tema delle discariche finora è stato trattato in modo troppo blando. Sono state fornite indicazioni tecniche per individuare i luoghi, ma finora non ci sono stati esiti. Dovrebbe essere l’istituzione pubblica a implementare le discariche di amianto, il tema dello smaltimento va affrontato con maggiore decisione”. Anche sulla mappatura dei luoghi da bonificare, continua l’associazione, “bisogna fare un passo ulteriore: finora è stata realizzata solo in parte. Sono i Comuni che devono farsene carico, anche nei confronti dei privati. Invece spesso i sindaci hanno paura a pestare i piedi a qualcuno. Serve una sorta di imposizione”.

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La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di 21 indagati per i fatti avvenuti l’8 novembre 2014, giorno della visita di Matteo Salvini al campo sinti di via Erbosa. Sono accusati a vario titolo di ingiuria, violenza privata, danneggiamento aggravato, possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere e lesioni aggravate. Tra le parti civili ammesse durante l’udienza preliminare di oggi ci sono lo stesso Salvini, l’ex sottosegretaria Lucia Borgonzoni, l’attuale sindaco di Ferrara Alan Fabbri. La decisione del gup è attesa per il prossimo 14 novembre.