Expo2015 spa e sindacati hanno siglato il protocollo che disciplina le assunzioni durante i sei mesi dell’Esposizione. Un intervento dal blog dei lavoratori Fiera Milano e un’intervista di Radio Onda d’Urto a Andrea Fumagalli.
(dal blog dei lavoratori Fiera Milano)
Volontari?
Il primo dato particolarmente significativo, soprattutto per noi che nei giorni scorsi abbiamo dato spazio a critiche sul fatto che Expo potesse diventare un evento organizzato con lavoro gratuito, è il numero di volontari. l’allegato 5 del protocollo, intitolato “Programma volontari del sito espositivo”, prevede “di generare 475 opportunità di volontariato. Tale valore moltiplicato per il periodo di presenza giornaliero (minimo 5 ore) e per una permanenza media di due settimane – che pertanto prevede rotazioni di gruppo (di team; di equipe, ecc.) – consente di coinvolgere circa 18.500 volontari” (!). I volontari, inquadrati in squadre da 10 persone guidate da 2 team leader, si occuperanno “dell’accoglienza e orientamento del visitatore”; “facilitazione dell’esperienza di visita”; “facilitazione della partecipazione nazionale e internazionale”. In concreto, questo significa “indirizzamento delle persone verso le biglietterie”; “indirizzamento in caso di richiesta da parte del visitatore sulle modalità di uscita dal sito”; “supporto al visitatore in coda (es. fuori dai padiglioni, aree show ecc.) in caso di bisogno”; “supporto nella facilitazione degli afflussi e dei deflussi all’interno delle aree di visita del sito espositivo tramite la diffusione di indicazioni”.
L’accordo si premura di indicare che le attività in questione saranno solamente “ausiliarie” e “non professionali”, nel senso che “i compiti assegnati non richiederanno specifica formazione professionale o specializzazione”. In realtà, non è così perché i volontari del 2015 vengono formati oggi nelle scuole attraverso progetti come “Genexpo” promosso dal Comune di Rho e dalla Provincia di Milano, che fornirà una formazione specifica ai cosiddetti volontari che per i 6 mesi di evento svolgeranno gratuitamente mansioni del tutto identiche a quelle di una guida turistica.
Stage
Come abbiamo segnalato nel precedente post in qualche modo Expo 2015 e parti sociali avrebbero derogato alle regole previste per i tirocini di orientamento e formazione (stage). Nel dettaglio, in deroga all’accordo raggiunto in conferenza Stato-Regioni del 24 gennaio scorso in materia di linee guida sui tirocini, si elevano i mesi di durata massima a 7 e si prevede l’elevazione degli stagisti “al 60% dell’organico dipendente alla data del 01/04/2015″ in luogo del 10% previsto dall’accordo sulle linee guida per “le unità operative con ventuno o più dipendenti a tempo indeterminato”. Un limite previsto apposta per evitare un utilizzo “distorto” degli stage.
Nuovi posti di lavoro?
Secondo l’art. 4, “le parti concordano per l’anno 2015 il ricorso al contratto a tempo determinato ed alla somministrazione a termine nella misura dell’80% dell’organico complessivo di Expo 2015 spa al 15/04/2015″. Cioè la metà dei dipendenti assunti (300 persone). L’altra metà o poco più (340 persone) sarà assunta con contratti di apprendistato. Una quota pari al 10% del fabbisogno occupazionale è riservata “a coloro che si trovano in cassa integrazione straordinaria e/o in deroga, in mobilità, disoccupato a seguito di procedure di licenziamento nonché soggetti inoccupati”, che torneranno ad essere tali dopo i 6 mesi di evento, in compagnia degli altri lavoratori assunti a tempo determinato.
Tirando le somme, questo accordo prevede la creazione di poco lavoro precario e un amplissimo ricorso a lavoro gratuito o quasi-gratuito. Non c’è che dire: se questo è il modello Milano – di cui parla l’assessore milanese Tajani – che dovrebbe aiutare il confronto nazionale sui temi del lavoro, allora siamo proprio messi male.
> Dal sito di Radio Onda d’Urto un’intervista all’economista Andrea Fumagalli
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> Sull’argomento segnaliamo anche “Expo 2015: precarietà si, ma con giudizio“
Di Roberto Ciccarelli, su Quinto Stato/ilmanifesto.it