Coordinamento Migranti ieri in piazza Nettuno: “Entro due settimane avremo un incontro al Comune. Bene. Ma sono passati mesi di silenzio assoluto come se le rivendicazioni delle e dei migranti non valessero abbastanza da essere tenute in considerazione. Non ci bastano gli ‘impegni’. Vogliamo risposte concrete”.
Migranti in festa: musica, parole e lotte nella Bologna “accogliente”. Manifestazione ieri in piazza Nettuno: donne e uomini migranti e non, richiedenti asilo e profughe, antirazzisti e femministe insieme per prendere parola “contro il razzismo e lo sfruttamento, contro la violenza maschile sulle donne e le persone Lgbtq, contro la guerra che causa stupri e morte e determina gerarchie tra profughi a seconda della provenienza, contro le leggi razziste che impongono differenti forme di protezione umanitaria e permessi di soggiorno di diversa durata per dividerci e costringerci ad accettare qualsiasi lavoro a qualsiasi condizione. Noi siamo libertà in movimento”, è il messaggio lanciato dal Coordinamento Migranti. Una giornata “di lotta e di festa”, con l’obiettivo di “riprenderci il centro della città che lo scorso maggio Prefettura e Questura hanno negato ai migranti in lotta contro le espulsioni dall’accoglienza e la richiesta di rimborsi” e per sottolineare ancora una volta che è necessaria “la chiusura del centro Mattei“. Una giornata con concerti e dj set “con la musica e le canzoni che accompagnano le nuove generazioni in movimento nella loro quotidiana battaglia contro razzismo ed esclusione, per ottenere la cittadinanza e liberarsi dal ricatto del permesso di soggiorno”.
Una giornata di lotta “contro le ingiustizie che, come richiedenti asilo e profughe, subiamo in questa città quando veniamo ‘accolte’ in appartamenti o centri affollati, quando ci trattano in maniera diversa a seconda del colore della pelle, quando siamo costrette a lunghe attese per ottenere e rinnovare i documenti, quando siamo al lavoro con contratti intermittenti e per salari da fame nella grande fabbrica dell’interporto, nelle case e nei luoghi di cura”. Una giornata di festa, musica e lotta “per dire all’amministrazione ‘progressista’ che non è accettabile che dopo sei mesi dall’incontro avuto con il Comune le donne e gli uomini migranti che mandano avanti questa città non ottengano risposte alle denunce di razzismo e di esclusione nelle politiche comunali e regionali su residenza, anagrafe, sanità e trasporti”.
Nel frattempo, comunica il Coordinamento migranti, “dal Comune ci fanno sapere che presto sarà aperto un punto informativo per le e i migranti, per sapere delle loro pratiche e dei permessi, in piazza Galileo, davanti alla Questura. Lo chiedevamo da tempo ed è una cosa buona. Le cose si muovono. Ci dicono. Ma le donne e gli uomini migranti si muovono da tutta la vita e sanno quando qualcosa si muove davvero o no. Entro due settimane avremo un incontro al Comune. Bene. Ma sono passati mesi di silenzio assoluto come se le rivendicazioni delle e dei migranti non valessero abbastanza da essere tenute in considerazione in Comune. Non ci bastano gli ‘impegni’. Vogliamo risposte concrete. Vogliamo che le cose si muovano anche su Mattei, residenza e multe ai migranti. Il Mattei deve chiudere: i migranti hanno diritto ad appartamenti dove vivere senza sentirsi come in prigione. La residenza non deve dipendere dalla ‘disponibilità’ dei padroni di casa bianchi: deve bastare l’autocertificazione. E la tessera sanitaria deve valere come per gli italiani: non può scadere insieme a permessi di soggiorno sempre precari. Chi ha lavorato perché non sopportava la povertà dell’accoglienza non può essere multato: bisogna cancellare multe ingiuste. Le donne e gli uomini migranti vogliono risposte e non promesse. La domanda invece è una sola: vi volete muovere o no?”.