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Le assemblee cittadine sul clima iniziano ad aprile, ma per Extinction rebellion “resistono delle criticità”

“Vanno garantite la libertà e l’autonomia di discussione, necessarie ad un qualsiasi processo democratico”, affermano le/gli ambientaliste/i, contestando una delibera di indizione che perimetra troppo gli ambiti di competenza.

27 Febbraio 2023 - 20:17

Extinction rebellion continua il pressing sul Comune sulla questione delle assemblee cittadine per il clima, ritenendo “insoddisfacenti” le risposte fin qui arrivate  di Palazzo d’Accursio.

“Resistono delle criticità che ancora non sono state risolte”, hanno spiegato le/gli attiviste/i oggi in una conferenza stampa. In particolare “ci era stato detto che l’assemblea cittadina sarebbe iniziata in autunno, ma dopo ripetute sollecitazioni nessuna tempistica è stata resa nota fino a questo febbraio”, quando è stato comunicato che si partirà ad aprile. Un ritardo che “non soltanto contrasta con l’urgenza della crisi ecologica, ma si riflette soprattutto sul rapporto tra l’assemblea cittadina e la missione europea per rendere Bologna climaticamente neutra entro il 2030. Nonostante l’amministrazione abbia sempre dichiarato che l’assemblea avrebbe avuto un ruolo centrale all’interno della missione, con l’attuale timeline non si vede come questo sia possibile”. Xr, inoltre, “ha chiesto al Comune di inserire nel comitato almeno un esperto del funzionamento delle assemblee cittadine che sia indipendente dall’amministrazione”, e al momento questa è “l’unica proposta che la Giunta ha accettato”, ma la delibera approvata a dicembre, “definisce già in partenza sei tipologie di intervento su cui l’assemblea dovrebbe concentrarsi, escludendo così in partenza altri ambiti potenzialmente molto rilevanti, come ad esempio quello della mobilità”.

Extinction rebellion, invece, “ritiene che l’assemblea cittadina debba essere libera di sviluppare un’analisi autonoma delle politiche ecologiche comunali, con il supporto degli esperti chiamati a relazionare nella sua fase iniziale”. Dato che “il testo della delibera può ancora consentire un certo margine di libertà, purché l’espressione ‘transizione energetica’ venga interpretata in maniera più ampia, se l’amministrazione lo volesse i lavori dell’assemblea potrebbero essere impostati in modo da garantire la libertà e l’autonomia di discussione, necessarie ad un qualsiasi processo democratico”. Diversamente, se il perimetro di competenza delle assemblee sarà “limitato agli ambiti predefiniti nella delibera di indizione, allora è molto probabile che risulterà depotenziata al punto da venire meno alla sua ragion d’essere, ovvero la possibilità di generare proposte nuove, creative e più radicali rispetto a quelle già previste”.