Quarantasei anni fa l’uccisione dello studente e militante di Lotta Continua per mano dei carabinieri. Contestata la presenza della vicesindaca Emily Clancy: “Siamo stanchi delle sfilate istituzionali e vorremmo più fatti”.
Come l’11 marzo di ogni anno, anche questa mattina ritrovo in via Mascarella per ricordare Francesco Lorusso nel luogo in cui lo studente e militante di Lotta Continua fu ucciso dai carabinieri durante i giorni di rivolta del 1977. Alcune/i tra le/i presenti hanno contestato la presenza della vicesindsca Emily Clancy, arrivata in fascia tricolore per deporre una composizione di fiori a nome del Comune sotto la lapide dedicata a Francesco, “qui assassinato dalla ferocia armata di regime”. Tiziano Loreti spiega così il motivo della contestazione: “Abbiamo contestato Clancy perché ci pare che da parte del Comune di Bologna non ci sia mai stata un’autocritica rispetto alla decisione del marzo 1977 di contribuire alla repressione di quel movimento. Ci pare che presenza delle istituzioni e della Clancy sia più uno spot pubblicitario che un tentativo di ricucire una ferita che non si è mai rimarginata”. Inoltre “è mancata una presa di distanza” dopo le misure cautelari decise nelle scorse settimane nei confronti di diverse/i studentesse/i del Cua, aggiunge Loreti: “Siamo stanchi delle sfilate istituzionali e vorremmo più fatti”.
Tra le iniziative previste nell’anniversario dell’uccisione di Lorusso, alle 17 appuntamento di nuovo in via Mascarella per la partenza di una manifestazione promossa dallo stesso Cua.
