Ieri sera manifestazione su iniziativa di Movimento Arti Libere e Cambiare Rotta per rispondere all’intervento delle forze dell’ordine della scorsa settimana.
Corteo in centro città, ieri sera, dopo l’intervento delle forze dell’ordine in piazza Scaravilli della scorsa settimana. “Crediamo che sia il momento di far sentire la nostra voce, senza timore e senza violenza, unendo le forze per fare fronte comune contro chi per i propri interessi abusa del proprio potere per limitare le nostre libertà, in una situazione già pesantissima a causa della pandemia”, ha scritto il Movimento Arti Libere promuovendo la manifestazione, partita proprio da piazza Scaravilli e condivisa anche da Cambiare Rotta, che afferma: quella di ieri è stata “un’importante risposta in zona universitaria della comunità studentesca contro la repressione e le operazioni di ‘decoro’ che ormai da anni investono la zona. Alla luce soprattutto dei fatti di sabato scorso, la piazza ha voluto esprimere massima solidarietà ai colpiti dalla repressione! La piazza ha saputo rispondere indicando anche chi sono i mandanti di queste piazze militarizzate: Unibo che vuole difendere la sua attrattività d’élite, il comune di Bologna pronto a parlare di sindaci della notte o altre fantasmagoriche uscite per poi relegare tutta la gestione della faccenda alla questura, e andando a stringere le mani a padroni e padroncini di tutte quelle attività che con questo tipo di speculazione prolificano. Ma sono proprio questi padroni e padroncini il vero degrado, con le loro guardie private a presidiare la zona insieme alla polizia e che anche ieri hanno provato a bloccare il corteo con le loro prepotenze. Una situazione che continuamente si ripete soprattutto in via Petroni. Questi baretti e attività in catena offrono a giovani e a studenti lavori precari e sottoinquadrati, in nero o in grigio, ma sempre dall’opinione pubblica e dal comune vengono difesi come le vittime della difficile situazione in zona u. Ieri abbiamo voluto ribadire che sono invece i nemici di giovani lavoratori e studenti! La risposta che abbiamo voluto dato cerca di rompere l’isolamento a cui la nostra generazione è costretta, dove la repressione è un elemento centrale per tenere questa separazione. Ieri abbiamo risposto organizzati, l’unica strada da percorrere contro sfruttatori e guardie del decoro! I giovani vogliono spazi pubblici dove esprimersi, fare cultura e socialità: organizzandoci li riconquisteremo”.