La Rete emergenza climatica e ambientale Emilia-Romagna prende posizione dopo la nomina a commissario straordinario regionale per gli impianti di trattamento del gas liquefatto del governatore Stefano Bonaccini, che punta sul capoluogo romagnolo.
“O non sa di che cosa sta parlando, o lo sa benissimo ma è in perfetta malafede”. Al presidente della Regione Stefano Bonaccini le e gli ambientaliste/i non fanno sconti, per la nomina a commissario straordinario per i rigassificatori, firmata giovedì dal presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, e per la proposta di realizzare un impianto di trattamento del gas liquefatto a Ravenna: una scelta, secondo la Rete emergenza climatica e ambientale Emilia-Romagna, “sbagliata” e “motivata con ragioni false e pretestuose”, anzi “un vero e proprio imbroglio” se messa in relazione alla necessità di fare fronte al caro-bollette e perseguire l’autosufficienza energetica: Le navi, si spiega, non sarebbero disponibili in breve tempo, farle funzionare per poco sarebbe un “delirio di antieconomia”, hanno bisogno di un gasdotto per portare a terra il gas liquido una volta trattato, cosa che “richiede interventi pesanti per il territorio”, riceveranno il metano da paesi lontani “quindi con l’autosufficienza hanno ben poco a che fare”. Ancora, il gas liquido “sarà estratto in gran parte con le tecniche di fracking, pesantissime per l’ambiente, per l’esasperato consumo di acqua, per la devastazione che lasciano”.
Rispetto all’incarico di commissario, la Rete critica l’uso di “un criterio emergenziale” per “una scelta riguardante i prossimi decenni” e definisce “strano” che l’incarico vada “proprio al principale esponente della parte richiedente”, come se si volesse “evitare, saltare o minimizzare gli iter valutativi che invece dovrebbero essere scrupolosi e sarebbero quanto mai opportuni”.