Una trentina hanno trovato accoglienza in altre strutture, altrettanti si sono allontanati spontaneamente, si cerca una sistemazione per 90 persone. “Sventata deportazione”, manifestanti in corteo in direzione centro città. Confermata per le 18.30 l’assemblea cittadina in Salaborsa.
Dopo circa otto ore di presidio nelle immediate vicinanze dell’ex caserma Chiarini, sorvegliato a vista da subito da un consistente dispositivo di polizia, è partito da via Mattei un corteo in direzione centro città. Per le 18,30 è confermata l’annunciata assemblea cittadina in Salaborsa.
Sono solo una ventina i migranti che hanno deciso liberamente di restare nell’Hub di via Mattei, a Bologna, per attendere i bus che li trasferiranno in Sicilia, dove hanno attivato dei propri contatti. Una novantina quelli che hanno lasciato la struttura e per i quali si è ora alla ricerca di una sistemazione; altri 20 sarebbero stati presi in carico dalla Caritas, mentre un nucleo familiare di una decina di persone ha potuto beneficiare di un’altra collocazione. Si arriva così ai 140 migranti che erano presenti stamattina; altri 30 circa si sarebbero allontanati tra ieri sera e stanotte.
Per questo a metà pomeriggio è arrivata la decisione di non aspettare l’arrivo dei bus per bloccarli, come ventilato sin da stamattina. “Abbiamo ottenuto una parziale vittoria, svuotando il centro” e sventando la “deportazione”, rivendicano i manifestanti. Ora “vigileremo affinché tutto venga effettivamente attuato. Questa notte nessuno deve restare per strada” dal Comune si attendono “garanzie sulla ricollocazione di migranti e lavoratori”.
“Nessun@ deve perdere il diritto all’accoglienza ed a una vita degna. Rispondiamo alla posizione pilatesca del sindaco di Bologna, Virginio Merola: dimostri coi fatti e non coi social se è veramente differente da Salvini”, ha scritto su Facebook Adl Cobas. “Pretendiamo che le istituzioni cittadine si assumano le proprie responsabilità – è la nota diffusa da Usb -e diano soluzioni concrete: ricollocamento dei migranti in strutture più piccole tutelando il posto dei 35 operatori. Non ci basta la dichiarazione del sindaco Merola che ci dice di avere le mani legate e propone come unica soluzione l’accoglienza in casa di famiglie solidali: smantellano il welfare pubblico e intestano il problema ai cittadini. Si inverta la rotta subito: costruzione di welfare pubblico, percorsi di integrazione reale e creazione di occupazione nel settore sono le nostre proposte”. Il sindaco ragioni “in maniera laterale – è la posizione espressa dal sindacato in piazza – piuttosto che stare nella logica di scontro Bologna contro Salvini, indichi alla città e al paese il fatto che di fronte al tentativo ideologico di svuotare una struttura mandando via i migranti, la Città metropolitana insieme ai Comuni e all’Anci regionale può attivare percorsi per ricollocare i migranti in un modello di accoglienza che già esiste”.
In mattinata il clima era teso e la rabbia molta: “Questa è una deportazione e noi non la accettiamo, non accettiamo come sono state fatte le comuncazioni e come la decisione è stata presa e portata avanti”, spiegava la coordinatrice di una scuola di Italiano, “all’Hub si fa un percorso lungo e non si può smantellare dall’oggi al domani senza preavviso, senza un piano e senza chiedere alle persone dove vogliano andare”. Un altro operatore sottolineava che il Comune “delle cose le può fare. Sappiamo che non può prendere in gestione il sistema di accoglienza, ma può garantire una rete di sicurezza, un paracadute, che nella pratica significa mettere a disposizione i posti letto nelle strutture che per quattro mesi all’anno vengono aperte per l’emergenza freddo. Non si capisce perché non si possano aprire per uno o due mesi per ospitare le 170 persone che stasera saranno per strada”.
Sul fronte istituzionale, il Prefetto Patrizia Impresa aveva difeso l’operazione, additando l’insalubrità dell’ex caserma Chiarini e specificando che “presumibilmente” dopo l’estate dovrebbero terminare, per consentire la riapertura della struttura. Sindaco e Giunta hanno lamentato la mancata concertazione sulla decisione. “Si è voluta inutilmente creare una tensione”, ha detto Merola, parlando di un’iniziativa del ministro Salvini “che ha messo l’Amministrazione “di fronte ad un fatto compiuto”. Ha inoltre annunciato un tavolo di salvaguardia per l’occupazione in Città metropolitana e un’incontro in prefettura “per definire i tempi e le modalità della ristrutturazione”. Rispetto ai molti migranti che stanno rifiutando il trasferimento in Sicilia, insieme a Viale Aldo Moro sarebbe stato chiesto un incontro oggi stesso in Prefettura per “valutare subito le eventuali disponibilità di posti in accoglienza Cas” in regione. Il Consorzio Arcolaio, che gestiva l’Hub, ha fatto sapere di aver avanzato a Piazza Roosevelt proposte operative per evitare la chiusura, ma la risposta è stata che “quella che riguarda trasferimento e cessazione dei servizi di accoglienza è una direttiva governativa”.