Se la politica cittadina continua a mostrarsi lenta e inadeguata sull’emergenza abitativa, la magistratura va veloce a apre indagini anche su Giunta e consiglieri. Ma c’è un dramma sociale che non fa che aggravarsi.
E’ un corto circuito inquietante quello che coinvolge Procura e Comune ormai da mesi.
Proviamo a ricapitolare: c’è una obiettiva emergenza abitativa, sono decine le famiglie che, per disoccupazione o sottoccupazione, non hanno accesso a un affitto a prezzo di mercato. Le graduatorie Erp sono infinite, un problema di oggi non può essere risolto tra anni. Anche il piano freddo mostra tutti i suoi limiti.
A fornire una soluzione concreta sono i movimenti di lotta per la casa, occupando intere palazzine abbandonate, ricavandone alloggi più che dignitosi, creando comunità solidali. La politica balbetta, da una parte si sente in dovere di denunciare l’illegalità, dall’altra sa che non può offrire un’alternativa efficace alle occupazioni. L’ex Galaxy è un tentativo, sicuramente non sufficiente, mentre gli altri percorsi aperti per individuare ulteriori strutture per chi ha bisogno finora sono andati a vuoto.
Fino a qui poco di nuovo rispetto a quanto avviene da decenni, anche se indubbiamente i flussi migratori degli ultimi cinque anni hanno aumentato il numero dei senza casa.
Di diverso dal passato sono due cose: una è la Legge Lupi, che vieta di allacciare acqua e corrente alle occupazioni. Così emergenza si somma a emergenza, a Palazzo d’Accursio se ne accorgono, qualche volta intervengono per riallacciare almeno l’acqua.
L’altra è l’inedita determinazione mostrata da Procura e Questura, che preme l’acceleratore sui decreti di sequestro e sugli sgomberi e apre fascicoli di indagine sui politici, non solo per le loro decisioni ma anche per semplici dichiarazioni: negli ultimi giorni la stampa locale ha reso noto che i magistrati hanno deciso di procedere per diffamazione contro due consiglieri comunali di maggioranza che ne avevano criticato l’operato e per istigazione a delinquere contro l’assessore a Welfare, a cui contesta di aver detto che le occupazioni creano valore sociale. Episodi che seguono quello di qualche tempo fa, con il sindaco Merola indagato per abuso d’ufficio per aver riallacciato l’acqua a un’occupazione.
Non leggerete su questo giornale difese o attestati di solidarietà verso la politica cittadina, troppe volte ne abbiamo denunciato scelte incondivisibili e gravi inadeguatezze. Ma a pagare il vero conto di questo attivismo di polizia e palazzi di giustizia non sono i politici, non sono neanche solamente i collettivi: sono le decine, centinaia di persone senza casa o che potrebbero ritrovarcisi presto, vivendo in occupazioni già interessate da decreti di sequestro. Non si può che esserne molto, molto preoccupati.