Molte raccolgono l’invito di Non una di meno: panuelos, cacerolazos e striscioni alle finestre fotografati e diffusi sui social network ma anche per le strade della città semivuota per le ordinanze sul coronavirus. Mujeres Libres: “Non esistono mascherine contro il femminicidio”. I dati dei Centri antiviolenza: +5% di donne accolte ogni anno.
Non Una Di Meno non ha rinunciato, per l’8 marzo, a dare battaglia contro violenza maschile e di genere, nella giornata che da quattro anni vede le attiviste del movimento transfemminista impegnate in tutta la penisola con cortei e manifestazioni, in occasione dello sciopero femminista. Nonostante le restrizioni imposte a manifestazioni e allo sciopero nei luoghi di lavoro (che quest’anno era previsto per la giornata di domani, lunedì 9, e che è stato revocato dalla la commissione di garanzia sugli scioperi), dovute alle ordinanze legate alla diffusione del virus Covid-19, in tutta Italia si sono tenute iniziative di singole, singoli o gruppi che hanno messo in rete fotografie e video con l’hashtag #Lottotuttiigiorni. “Oggi alle ore 16.00 se sei a casa affacciati alla finestra o alla porta, urla/segna in LIS e fai rumore per 5 minuti con pentole, padelle o qualsiasi altro strumento del lavoro domestico e di cura. Accordati con amiche/i e vicini/e di casa, fai foto e/o video con l’hashtag #Lottotuttiigiorni”, aveva scritto nel pomeriggio il nodo bolognese della rete transfemminista, suggerendo “un paio di spunti per intonare anche un coro: insieme siam partite, insieme torneremo, non una, non una, non una di meno! reddito per tutte, tuttu e tutti! la salute è collettiva o non è! la cura è collettiva o non è! siamo ribelli, siamo scontrose, tienitele pure le tue mimose! la violenza si può fermare, ottonove marzo sciopero globale!”.
Nel primo pomeriggio alcune attiviste si sono anche recate in piazza Maggiore, per dare vita a un presidio comunicativo con cori, uno striscione e alcune pentole per fare rumore e per distribuire i panuelos “per lottare tutti i giorni!”, scrivendo sulla pagina Facebook: “Siamo in Piazza Maggiore fino alle h. 15 con panuelos e tanta energia femminista e transfemminista. Buona giornata di lotta a tutte e tuttu. Lotto tutti i giorni!”.
Anche le Mujeres Libres Bologna hanno tenuto un’iniziativa nel pomeriggio di oggi, svolgendo per le vie e parchi del centro uno striscione con scritto: “Non esistono mascherine contro il femminicidio”, e diffondendo questo comunicato: “Non esiste mascherina contro il femminicidio e la violenza di genere! L’8 marzo tutti i giorni! Sono tempi di emergenza, ma ci sono stragi di cui non si parla, e che non si possono contenere con l’uso di mascherine: si chiama femminicidio, la forma estrema di violenza che uccide le donne che non sottostanno al volere del proprio partner, ex partner, figlio, amico, un uomo che loro conoscono, di cui si fidano o fidavano, che le mette a tacere per sempre. Non per rabbia, ma perchè immerso in un sistema e in una cultura che alle donne dà libertà formali, ma nella pratica le considera inferiori, adatte solo alla cura. Solo all’inizio del 2020 non sono più con noi Rosa, Zdenka, Renata, Anna, Laureta, Monica, Rosalia, Fatima, e altri otto nomi, vite, non solo numeri. Nel 2019 sono state 75 le donne uccise e per ognuna di loro tante sono quelle sopravvissute e che ogni giorno sopravvivono alla violenza. Questa è la vera emergenza, che non coinvolge solo le donne la cui vita viene interrotta, ma anche quelle che vivono l’oppressione nelle tante forme di violenza e di genere. E un fenomeno che è parte inscindibile di una società patriarcale e violenza, non un’emergenza da arginare, un caso isolato da correggere”.
“E’ la violenza strutturale – continua il comunicato – che pretende di imporci scelte sui nostri corpi e le nostre vite, che non sono le nostre, che ci colpisce ogni giorno, sul luogo di lavoro, a scuola, in Università, a casa, per le strade. Una violenza con cui conviviamo sin da bambine e che non siamo più disposte ad accettare! Lottiamo tutti i giorni contro i ginecologi e gli altri medici obiettori, perchè il sistema sanitario che ci fa partorire, abortire, che ci cura, sia realmente pubblico, accessibile, laico e non legato al permesso di soggiorno. Lottiamo tutti i giorni perchè l’istruzione sia laica, libera da ingerenze confessionali. Lottiamo tutti i giorni perchè fascisti e cattolici integralisti restino fuori dalle scelte delle scuole, degli ospedali, delle istittuzioni. Lottiamo l’otto marzo come lottiamo tutti i giorni per la nostra autodeterminazione, per la nostra libertà, perchè la violenza maschile e di genere cessi di condizionare, opprimere fino a spezzare le nostre vite. Siamo sempre qua e non faremo un passo indietro!”.
Intanto il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ha fatto sapere che nel 2019 alle 14 strutture della regione hanno chiesto aiuto 4.389 donne. Fra queste, 4.035 donne hanno subito violenza (il 92%). Le donne che hanno preso contatto per la prima volta perchè hanno subito violenza sono state 3.154; 881 quelle che hanno continuato un percorso iniziato in anni precedenti. Rispetto al 2017 e 2018 si evidenzia un aumento costante delle donne accolte, di circa 5% l’anno. Rispetto al 2017, le donne nuove accolte che hanno subito violenza sono state 302 in più, pari all’11%. Sempre nel 2019, la Casa delle donne di Bologna ha seguito 104 donne in più rispetto al 2018 ed è stata contattata 728 volte. Di queste, 692 si sono rivolte al centro antiviolenza denunciando proprio un caso di maltrattamento. Altre 224 invece, si sono rivolte al centro denunciando episodi subiti negli anni precedenti.