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Due agosto, 34 anni dopo “ancora depistaggi”

In vista dell’ anniversario della strage fascista alla stazione di Bologna, che cadrà sabato, prendono parola il circolo anarchico Berneri, il blog Staffetta e l’Usb.

28 Luglio 2014 - 19:34

stragebologna05In attesa di sapere se davvero sarà il premier Renzi a rappresentare governo e istituzioni alla commemorazione del trentaquattresimo anniversario della bomba alla Stazione, e mentre alla Camera dei Deputati inizia la discussione della proposta di legge Bolognesi sul reato di depistaggio, diverse realtà di base si preparano a partecipare al corteo che, come ogni anno, parterà sabato 2 alle 9.15 da piazza del Nettuno.

“Sappiamo chi sono i mandanti, anzi, il mandante: lo Stato italiano”, scrive in un comunicato il Circolo Anarchico Berneri. “Non alcune mele marce- prosegue il testo- non funzionari particolarmente crudeli, non ‘i servizi deviati’, ma meccanismi interni al sistema decisionale politico che vogliono condizionare così l’intera vita sociale”.

“Una strategia durata più di vent’anni che ha avuto l’obiettivo di promuovere un clima di paura e smarrimento per scoraggiare le lotte sociali e per modellare i governi in senso sempre più autoritario e lontano dalle istanze popolari. Una lunga, incalzante serie di stragi indiscriminate: Piazza Fontana, il treno Freccia del Sud, la Questura di Milano, Piazza della Loggia, il treno Italicus, la Stazione di Bologna, il treno rapido 904, fino alle stragi del 1992-1993 come quelle di via dei Georgofili a Firenze e di via Palestro a Milano”.

Gli attivisti del Circolo confermano che parteciperanno alla commemorazione “al fianco dei parenti delle vittime e della loro Associazione”, ma, precisano, non condividono “né l’euforia per la supposta apertura degli archivi sulle stragi da parte del governo Renzi, né la fiducia nell’ipotetico varo legislativo di un nuovo reato di depistaggio espresse dalle dichiarazioni del presidente dell’Associazione Paolo Bolognesi. Ci sembrano trovate propagandistiche di Renzi per coprire le dure politiche antisociali che il suo governo mette in campo, in perfetta sintonia con gli organi di governo internazionali”.

Poltiche antisociali a cui si devono “7,5 milioni di disoccupati; metà dei ventenni senza lavoro; un’ennesima riforma del lavoro – il Job Act – che estende la precarietà sino a formalizzare il lavoro gratuito; 5 milioni di persone nella povertà assoluta; un aumento in un solo anno dei poveri del 30 per cento. Centinaia di migliaia di richieste di sfratto all’anno, a cui il governo risponde col decreto Lupi che criminalizza gli occupanti fino a vietare loro residenza e allacciamento alle utenze. Ai ‘normali’ morti sul lavoro si aggiungono da diversi anni i morti per la disperazione sociale, suicidi diffusi; anche la piaga del femminicidio, in queste condizioni, si esaspera. Milioni di persone che ‘rinunciano’ a curarsi perché non ne hanno la minima possibilità. I tagli dei servizi sociali e delle pensioni esasperano le condizioni di miseria che producono il ‘rientro fra le mura domestiche’ di milioni di donne.”

Torna a intervenire anche il blog Staffetta, denunciando un ennesimo tentativo dell’ex deputato Enzo Raisi di depistare la ricerca dei mandanti della strage avanzando ipotesi fantasiose: “Quest’anno l’impavido Raisi ci riprova con una ipotetica ‘pista libanese’: la sparizione dei giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo avvenuta a fine agosto del 1980 in Libano sarebbe da correlare, senza alcun elemento o indizio, alla strage di Bologna”.

“Per noi – ribatte Staffetta – il dato rilevante è un altro. Non sono noti i mandanti di nessuna delle quattordici grandi stragi che hanno insanguinato l’Italia, ma sempre apparati e funzionari di Stato si sono distinti nell’organizzare depistaggi, nascondere indizi, proteggere i gruppi neofascisti che le avevano eseguite. Anche la recente rimozione del segreto di Stato su otto grandi stragi è soltanto l’ennesima ipocrisia di un potere che mai processerà sé stesso, né dirà la verità. E Raisi è un professionista del depistaggio mediatico, a cui non mancherebbero i titoli per presiedere un Club degli amici di tutti gli stragisti: i Ciavardini, i Breivik, i Casseri…”.

L’anniversario della bomba quest’anno ricorre mentre dall’altra parte del Mediterraneo, su Gaza, centinaia di palestinesi continuano a morire per mano israeliana: di qui la proposta del sindacato Usb di scendere in piazza “con lo sguardo rivolto al massacro del popolo palestinese”. Quello che “sta avvenendo nella Striscia di Gaza – recita la nota – ai danni del Popolo Palestinese, con l’assassinio di centinaia di civili, tra cui molti bambini, da parte dello Stato di Israele, fa sì che il prossimo 2 agosto le lavoratrici ed i lavoratori sfileranno in corteo in solidarietà” ai parenti delle vittime del 2 agosto, con lo sguardo rivolto al massacro del popolo palestinese oggi in atto, esprimendo così la loro condanna contro tutte le stragi di Stato di oggi e di ieri”. Per questo “invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori a partecipare alla manifestazione” del due agosto dietro lo striscione “Da Bologna a Gaza no alle stragi di Stato”, si conclude il comunicato.