Presidio promosso dall’Unione Inquilini, con l’adesione di diverse altre sigle, in occasione dell’Assemblea pubblica sulla casa indetta dall’amministrazione. “Occorrono investimenti statali, regionali e comunali per il recupero del patrimonio pubblico sfitto e inutilizzato per trasformarlo ai fini di Edilizia residenziale pubblica”, uno dei punti sostenuto dalla piazza.
Presidio per il diritto all’abitare in piazza Nettuno, oggi pomeriggio, in concomitanza con l’Assemblea pubblica sulla casa indetta dal Comune a Palazzo D’Accursio. “Le politiche abitative, anche a Bologna, sono ormai un problema strutturale. La trasformazione della città in turistificio ad uso e consumo del capitale è diventato un flagello per lavoratrici e lavoratori che faticano a trovare un luogo in cui vivere, farsi una famiglia e creare una comunità cittadina sociale e coesa. Da anni le amministrazioni statali, regionali e comunali affrontano la questione abitativa dal punto di vista emergenziale mettendo in campo soluzioni raffazzonate con ingenti esborsi di denaro pubblico che va a finire nelle tasche del capitale finanziario”, ha scritto l’Unione Inquilini promuovendo la manifestazione, a cui hanno aderito anche Confederazione Cobas, Fridays for future, Sinistra Unita, Giovani Comunisti, Pci, Prc, CittadinanzAttiva e Link.
“Da sempre come sindacato Unione Inquilini proponiamo e lavoriamo per una drastica inversione di queste politiche abitative- continua il comunicato- perché vogliamo una società diversa da quella attuale dove l’uomo e non il capitalismo sia il centro dell’azione politica. Occorrono: investimenti statali, regionali e comunali per il recupero del patrimonio pubblico sfitto e inutilizzato per trasformarlo ai fini di Edilizia residenziale pubblica; politiche sociali, con assunzioni di personale formato (assistenti sociali), che guidino il passaggio da casa a casa in caso di sfratto; efficientemento energetico del patrimonio abitativo pubblico; il censimento di tutto il patrimonio abitativo pubblico e comunale e relativo piano abitativo sullo stesso; politiche salariali e di stabilizzazioni che combatano il precariato all’interno dei luoghi di lavoro pubblici”.