Le case circondariali sono sovraffollate, ma la custodia dietro le sbarre continua a essere la prima scelta di gip, Tribunale di sorveglianza e Corte d’appello. E per quanto riguarda le persone condannate, quasi tre quarti delle istanze di misure alternative sono rigettate.
Nella sezione gip (giudice delle indagini preliminari) del Tribunale di Bologna, dall’1 marzo 2020 al 29 maggio 2021, la custodia cautelare in carcere è stata applicata nel 29% dei casi in cui sono state inflitte misure alle persone in attesa di giudizio. Questo nonostante il grave rischio sanitario che comporta il sovraffollamento delle strutture detentive in tempo di pandemia. Lo dicono i dati della dell’osservatorio delle Camere penali, dove si vede come nel 27,1% dei casi siano disposti gli arresti domiciliari, nel 6% dei casi eseguiti con la misura del controllo a distanza (braccialetto elettronico). Nel restante 43% dei casi si opta per misure alternative, soprattutto l’obbligo di dimora.
Sono stati 391 dall’1 gennaio 2021 al 30 aprile 2021 i ricorsi al Tribunale della Libertà, di cui 186 riguardavano la custodia in carcere o domiciliare. In 96 casi c’è stato un provvedimento di conferma: in 51 casi si è trattato di provvedimento confermativo della misura cautelare, in 44 casi si è trattato di provvedimenti di conferma dell’ordinanza di rigetto di istanze volte ad ottenere la sostituzione della misura cautelare custodiale, e solo in un caso si è trattato di un provvedimento dispositivo, su appello del pubblico ministero, della custodia cautelare in carcere.
Nel primo semestre del 2021 la Corte d’Appello di Bologna, invece, ha ricevuto 296 richieste in ambito cautelare, di cui 171 misure custodiali: di queste ultime, in 78 casi, quindi quasi la metà, la custodia cautelare in carcere è stata confermata dalla Corte. In 92 casi, invece, sono stati disposti gli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico applicato soltanto in 10 circostanze
Passando a chi è in detenzione a seguito di una sentenza di condanna passata in giudicato, nel periodo 1 gennaio 2021-6 maggio 2021, al Tribunale di sorveglianza di Bologna, tenendo conto anche degli uffici autonomi di Modena e Reggio Emilia, compresi nel distretto, sono state presentate 408 istanze di misure alternative: di queste, ne sono state accolte 110. Su 78 istanze di detenzione domiciliare ne sono state accolte 44; su 108 di affidamento in prova al servizio sociale ne sono state accolte solo 26. Su 81 richieste di forma domiciliare, ne sono state accolte 14. Su 52 richieste di rinvio facoltativo dell’esecuzione della pena, per grave infermità, non ne è stata accolta nessuna. Su 27 istanze di semilibertà, ne è stata accolta una.