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Così gli occupanti di via Zampieri vivono “nell’incertezza più totale”

Gli attacchi sull’occupazione dei due alloggi “si stanno intensificando” e non ci sono soluzioni in vista, sottolineano Usb e Asia, raccontando le storie delle persone coinvolte e le motivazioni che le hanno spinte ad una scelta “imposta dalla assenza di alternative”.

09 Dicembre 2021 - 15:54

Gli attacchi nei confronti dell’occupazione di via Zampieri 13 “si stanno intensificando” e nel frattempo non c’è “nessuna soluzione per gli occupanti in vista”. Lo dicono Usb e Asia, affermando in un comunicato: “E’ ormai da più di una settimana che gli abitanti dei due alloggi occupati da inizio ottobre ad oggi, consapevoli delle ultime dichiarazioni rispetto allo sgombero, vivono nel incertezza più totale, nella paura che in qualsiasi momento si possano ritrovare nuovamente senza un tetto sopra la testa! Le loro storie per quanto diverse sono accomunate da una condizione centrale che li lega a centinaia di altre persone nelle stesse difficoltà: esclusione dal mercato degli affitti, condizioni di vita precarie e nessuna alternativa alla strada se non quella dell’occupazione! Da un lato un giovane lavoratore, che come tantissimi coetanei è costretto ad inserirsi in un contesto lavorativo estremamente precario e senza tutele – al punto da non vedersi garantito nemmeno la possibilità di affittare una stanza nella Bologna che da sempre costruisce la sua ricchezza grazie ai tanti giovani emigrati da altre regioni per motivi di lavoro e studio i quali però vengono sistematicamente espulsi dal tessuto cittadino e non possono competere all’interno del mercato degli affitti sempre meno accessibili, dall’altro una signora che insieme al figlio dopo aver già subito uno sgombero qualche anno fa è stata completamente abbandonata e lasciata al suo destino senza vedersi riconoscere le tutele che sarebbero necessarie”.

Continua il comunicato: “E’ chiaro che queste persone non hanno scelto l’abusivismo per ‘furbizia’ o ‘comodità’ come qualcuno vuole far credere ogni qual volta che il dramma abitativo si fa talmente insistente da portare alle occupazioni abitative ma è una scelta imposta dalla assenza di alternative. Una scelta tutt’altro che facile, fatta da paura, criminalizzazione e condizioni che rimangono estremamente precarie perché vivere senza riscaldamento e elettricità non può certo essere una soluzione duratura o di prospettiva. Servono al più presto soluzioni diverse che vadano a garantire il diritto alla casa e la dignità degli occupanti! Occupare per necessità viene spesso considerato una grave condotta da punire e il problema affrontato solo nell’ottica di gestione del ordine pubblico, quando il vero crimine è quello della sottrazione e negazione di diritti. È indispensabile che avvenga un cambio di passo immediato rispetto a questo: le condizioni di povertà non possono e devono essere criminalizzate o utilizzate strumentalmente ma affrontate alla radice garantendo invece il diritto alla casa e soluzioni concrete a coloro che si trovano in difficoltà. Unica soluzione possibile è quella del passaggio da casa a casa, garantendo così un’abitazione dignitosa e la possibilità di fuoriuscita dalla condizione di illegalità, ricatto e precarietà estrema agli occupanti. Se Bologna si vuole considerare una città civile e progressista per tutti senza lasciare indietro intere fette di popolazione, bisogna iniziare da qui: garantire un alloggio alternativo a chi si trova ad occupare per necessità; sospendere le esecuzioni degli sfratti almeno nei mesi invernali per avere modo di trovare nel mentre soluzioni concrete per le migliaia di famiglie che subiranno le esecuzioni forzate di rilascio degli alloggi che abitano; procedere con urgenza con le assegnazioni dei tanti alloggi pubblici sfitti. Attendiamo una risposta insieme a Patti e Agostino, consapevoli che in questo momento ogni giorno nel tornare in quelle che per ora considerano le loro case in via Zampieri vi è la paura di trovare le porte murate o essere svegliati dalle forze dell’ordine per essere buttati per strada”.