Musica e migliaia di persone in piazza per partecipare alla street rave parade che si sta svolgendo oggi a Bologna per prendere posizione contro il cosiddetto "decreto rave" del governo Meloni. La manifestazione è partita da Villa Angeletti per dirigersi verso il centro fino all'incrocio Marconi/Lame, con conclusione prevista in piazza dell'Unità.
“Lavoro sessuale in sicurezza”, striscioni al Pincio e in porta Mascarella
E in città altre scritte e affissioni nella giornata internazionale contro la violenza su sex worker: "Lo stigma della puttana è una forma di controllo della sessualità di donne e soggettività dissidenti: per noi puttana è un parola cruciale per la nostra lotta, una rivendicazione di autodeterminazione!", scrivono diverse realtà transfemministe.
In via Stalingrado 31 le/gli ex occupanti hanno cancellato il murale di Ericailcane e Infinite
"Lo portiamo con noi nel cuore", scrivono in rete. Durante lo sgombero attiviste/i su un albero per ore, sotto la neve, poi corteo per le strade della Bolognina fino alla Tettoia Nervi.
Casse in strada contro il decreto anti-rave: sabato street parade
Anche a Bologna "ci uniamo alle chiamate di Napoli, Firenze e Torino": il 17 dicembre "i nostri corpi balleranno e le nostre casse suoneranno", annuncia un comunicato, nel quale si sottolinea che "i free party fanno paura davvero perché mostrano modalità radicalmente diverse e anticapitaliste di stare insieme in autogestione".
Cua: mercoledì sera polizia in “foga testosteronica da rissa da bar”
La posizione del collettivo dopo quanto avvenuto al corteo "It's time to fight". Interviene anche LuNA: "Folle gestione del corteo da parte delle forze dell’ordine, con agenti che si lanciavano contro chi manifestava, spintonando e cercando di trarre a sé".
L’udienza del processo a Patrick Zaki rinviata di due mesi, di nuovo
Sui social il ricercatore, che continua a non poter tornare a Bologna, racconta l'angoscia di ritrovarsi ogni volta in tribunale rievocando i 22 mesi di detenzione: "Non esci mai dalla tua prigione".
Una piazza tira l’altra: “Fermiamo la violenza maschile sulle donne!”
In occasione della Giornata internazionale del 25 novembre sono diverse le iniziative e le manifestazioni promosse in città: per una società finalmente libera dalla cultura patriarcale e dalla guerra, per esprimere solidarietà alle lotte portate avanti dalle donne in tutto il mondo e per dare voce a chi subisce violenze e molestie.
Nel 98% dei casi la donna vittima di violenza conosce chi la agisce
E quasi tre volte su quattro è il partner o l'ex, secondo i dati dei centri antiviolenza raccolti dalla Città metropolitana. L'89% degli episodi non viene denunciato alle forze di polizia.
Il processo per l’occupazione e lo sgombero dell’ex Telecom: 24 assoluzioni
In ballo c'erano richieste di condanne a sei mesi da parte dei pm. Plat: "Auspichiamo che questa sentenza possa restituire forza e dignità a tutte coloro che in città continuano ad occupare a resistere e a credere che neppure le architetture delle Procure potranno fermare i movimenti urbani di lotta per la dignità".
Prof universitario condannato per molestie dopo le segnalazioni alla Consultoria autogestita
La MALA educación: "Il percorso fatto con Micaela, Lucia e Sara è stato importantissimo. Abbiamo dimostrato che è possibile per le studentesse uscire da situazioni di violenza ed avere risposte anche dalla giustizia, per questo continuiamo a chiedere uno spazio per la Consultoria in Università".
In piazza per il Transgender day: “Ci vogliamo vivə, ci vogliamo liberə”
In serata corteo da piazza San Francesco a piazza Nettuno: "Siamo trans e, ricordando le nostre sorelle, i nostri fratelli uccisə dalla violenza in tutte le sue forme, gridiamo forte che il futuro è nostro e continueremo a costruirlo nonostante i governi, nonostante le istituzioni, nonostante tutto. Noi siamo".
Ore sul tetto di via Oberdan, poi grande corteo e occupazione “abitativa e a oltranza” del 38
Cua: "Non ci fermeremo senza un tavolo di trattativa, senza aver ottenuto tutto quel che chiediamo". Appuntamento a domani per un pranzo a Lettere da dove poi "andare a portare la nostra rabbia dentro al rettorato".