Sindacati di base sotto via Aldo Moro mentre è in discussione la legge sulle case popolari che penalizza gli stranieri. Gualmini: “Peggiorerà l’emergenza abitativa? Balle”. Intanto Social Log annuncia un presidio sotto la Prefettura.
“Le case popolari vanno date a tutti coloro che ne hanno diritto. Dobbiamo fermare questa proposta criminale dell’asse Pd-Lega”.
Questo hanno gridato i sindacati di base, che stamane hanno presidiato la Regione. Una delegazione è anche entrata in sala, per vedere negli occhi chi probabilmente lascerà di fatto centinaia di famiglie per strada, nel prossimo futuro.
La Regione infatti tira dritto. Da più parti si sono sollevati dubbi e richieste di modifiche. Invece il Pd, per mezzo della vicepresidente con delega al welfare Elisabetta Gualmini, non intende modificare la legge di riforma degli accessi Erp. Le norme contestate, una soglia minima di tre anni per l’accesso alle graduatorie di edilizia popolare e un’accorciamento dei contratti di affitto, sono peraltro i pilastri della legge in discussione a viale Aldo Moro.
Un vero e proprio giro di vite sull’edilizia pubblica. Così il Pd regionale spera di sfoltire ex ante l’infelice e vergognosa lista d’attesa per le case pubbliche (migliaia di famiglie richiedenti nel 2014, contro circa 400 appartamenti assegnati in un anno). Una misura che per ora incassa il plauso di un centrodestra mai così compatto, da Forza Italia alla Lega Nord, e che anzi spinge per ulteriori filtri, anche su base della nazionalità.
“E’ un cambiamento ragionevole che difendiamo con orgoglio” dichiara sprezzante la vice di Bonaccini. La nuova norma poi, assicura Gualmini “non intacca minimamente l’emergenza abitativa, queste sono balle”.
Intanto giovedì Social Log cercherà di far capire alla Prefettura le sue ragioni, con un presidio proprio davanti piazza Roosevelt. “Dal 2006 ad oggi le richieste di sfratti sono raddoppiate – scrive il collettivo – e si calcola una richiesta di sfratto ogni 300 famiglie in città”. In primis gli attivisti chiedono la fine degli sgomberi, una moratoria sugli sfratti, ma anche la requisizione di “dei 300mila metri quadrati di immobili sfitti, invenduti e deteriorati nella nostra città”.