Acabnews Bologna

Per l’alloggio Erp ci vorranno almeno tre anni di residenza

E’ il giro di vite deciso ieri dalla Giunta regionale, che ha accolto un emendamento del Pd. Esulta la Lega. “Così aumenterà l’emergenza abitativa”, commenta Social Log, che oggi ha occupato l’anagrafe contro il Piano Casa.

15 Maggio 2015 - 14:46

Blitz anagrafe (foto fb Social Log)D’ora in avanti, per entrare in un alloggio pubblico in Emilia-Romagna bisognera’ essere residente sul territorio da almeno tre anni. E’ il giro di vite deciso ieri dalla Giunta regionale, che ha accolto l’emendamento alla riforma dei requisiti per accedere all’edilizia popolare presentato dal Pd in commissione. Provvedimento che fa subito esultare la Lega Nord, che da tempo chiedeva di introdurre un criterio di questo genere.

Prosegue, intanto, la mobilitazione contro il Piano Casa. “Questa mattina tantissime famiglie che vivono l’emergenza abitativa hanno deciso di occupare l’ufficio anagrafe del Comune di Bologna per continuare la battaglia contro l’articolo 5 del Piano Casa dell’ex-ministro Lupi”, racconta un comunicato firmato dall’Assemblea Occupanti e Comitato Inquilini Resistenti con Social Log. “In questa occasione abbiamo alzato la voce e puntato il dito sulla negazione della residenza a chi vive in occupazioni abitative imposta dall’infame decreto. Dopo aver fatto crollare un pezzo dell’articolo 5 riuscendo a conquistare il riallaccio dell’acqua per il Condominio Sociale Occupato di via Mario de Maria e a produrre un precedente importante a servizio di tutti gli occupanti del nostro paese, non possiamo che puntare all’abolizione totale dell’articolo 5 che ogni giorno aumenta barbarie e sofferenze contro migliaia di poveri e nuovi poveri autorganizzati nelle lotta per il diritto all’abitare. Durante l’occupazione dell’anagrafe abbiamo ottenuto un incontro con i responsabili dell’ufficio e con un rappresentate del gabinetto del sindaco. I responsabili hanno espresso perplessità e preoccupazione per il ruolo repressivo e coercitivo della funzione anagrafica attivata dall’infame articolo”.

Continua il comunicato: “Dal canto nostro abbiamo rifiutato politicamente la circolare ministeriale sulle residenza fittizie in quanto estremamente peggiorativa delle condizioni di vita degli occupanti che si ritroverebbero considerati “senza fissa dimora” e quindi ancora una volta fuori dalla possibilità di godimento di diritti e welfare. Contesto aggravato anche dal provvedimento regionale che lega l’accesso alle graduatorie di assegnazione alle case popolari alla residenza continuativa di almeno tre anni nello stesso comune. Il provvedimento regionale se applicato allargherà a dismisura l’emergenza abitativa e aumenterà la sofferenza e il disagio sociale. Per questa ragione diciamo a gran voce che va immediatamente cancellato! Forti di questa nuova giornata di lotta facciamo appello alla partecipazione all’assemblea cittadina per il diritto all’abitare mercoledì 20 alle 20:30 presso l’ex-Telecom occupato dove discuteremo i prossimi passi in avanti da compiere collettivamente per difendere le occupazioni abitative, resistere efficacemente agli sfratti e alle politiche del governo Renzi orientate a “tutelare” solo coloro che nella nostra società riescono ancora ad essere solvibili a detrimento dell’esercito di insolventi prodotti da anni di crisi economica. Le nuove povertà aumentano anche a Bologna e pensare e praticare una vera rigenerazione urbana per noi non può che significare partire da lì nel segno del riscatto collettivo e della conquista di un diritto all’abitare degno di questo nome. Torniamo in marcia per costruire l’unica grande opera di cui la nostra società ha davvero bisogno: casa, reddito e dignità!”.