Circa il 20% in più dietro le sbarre nel triennio 2015-2017, aumentati anche i minori. Su 3.569 detenuti in regione, ad oggi solo 66 possono usufruire della semilibertà. Garante cittadino dei detenuti: alla Dozza si intervenga per tempo in vista del caldo estivo.
Sono stati resi pubblici due settimane fa in Regione i dati del Rapporto dell’esecutivo regionale sulla situazione penitenziaria emiliano-romagnola per il triennio 2015-2017. Dal resoconto emerge che nel corso dei tre anni il numero di detenuti nelle carceri della regione è aumentato del 19,8% (nel 2015 i detenuti erano 2.911, due anni dopo 3.488). L’indice di sovraffollamento è invece cresciuto da 103,9 a 124,1: una crescita che sembra andare di pari passo con l’aumento della popolazione carceraria, e che però evidenzierebbe come mediamente, in ogni istituto dell’Emilia-Romagna, ci sia un quarto di carcere in più nello spazio di un solo penitenziario. Aumenta anche il numero di ingressi di minori negli istituti nel triennio: dagli 89 del 2015 ai 117 del 2017. Nelle carceri il numero di cittadini stranieri è passato da 1.347 a 1.770 (+31,4%), quello di cittadini italiani da 1.564 a 1.718 (+9,8%), mentre le donne sono il 4,6% del totale. Al 31 gennaio 2019 sono invece 3.569 i detenuti nelle carceri in regione, di cui 152 donne (il 4,2%), 1.844 stranieri (il 51,66%), e solo 66 persone sono in semilibertà (meno del 2%).
Per quanto riguarda le condizioni di vita nel penitenziario cittadino della Dozza, è sempre di due settimane fa l’intervento – nel corso di una seduta di commissione a Palazzo D’Accursio – del Garante comunale dei detenuti Ianniello, per richiamare l’attenzione sui disagi dovuti al caldo estivo nel carcere: “Nel giro di 15-20 giorni si chiederanno per tempo interventi”, poiché “le criticità di carattere ‘stagionale’ sono un tema all’ordine del giorno, visto che si ripresentano periodicamente e sono, ovviamente, prevedibili. Si tratta di una questione che, assieme agli altri Garanti, compreso quello regionale, abbiamo deciso di sottoporre” al Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e delle Marche “per chiedere che si prendano per tempo degli accorgimenti”.