Sono passati un anno e un giorno dall’arresto dello studente al Cairo. Striscione e volantinaggio di Làbas oggi in zona universitaria, che attacca gli accordi commerciali e miltari tra Italia e Egitto, non ultima la vendita di armi per complessivi 10 miliardi di euro.
“Ieri, domenica 7 febbraio, è passato un anno esatto dall’infame e ingiustificabile arresto di Patrick Zaky. 365 giorni di detenzione e di udienze sommarie, di torture e di privazioni tutte da attribuire alla repressione politica con cui Al-Sisi terrorizza e sottomette i cittadini e le cittadine egiziane”. Lo scrive Làbas, che oggi ha volantinato in zona universitaria.
Prosegue il collettivo: “Da anni ormai sono molteplici le ONG che denunciano la sistemica violazione di diritti umani che viene perpetrata in Egitto, nelle cui carceri sono rinchius* circa 6000 prigionier* politici per il solo motivo di manifestare la loro libertà di espressione; ma nonostante questo il governo italiano continua a intrattenere solidi accordi commerciali e militari, vuoi tramite ENI, vuoi tramite Leonardo e Fincantieri. E’ proprio così che nascosti dal turbinio mediatico relativo al Covid19, lo scorso 23 dicembre il governo italiano ha portato a compimento la prima parte della maxi consegna di armamenti al regime egiziano relativa a due fregate Fremm di produzione Fincantieri per un valore complessivo di circa 1,2 miliardi di euro su un accordo totale dal valore di circa dieci. Solo vuote ed ipocrite parole sono state spese da parte del governo contro il regime egiziano e per la libertà di Patrick, ma la verità che il maxi accordo rivela è una: il governo italiano è complice. I profitti economici sono stati messi ancora una volta davanti ai diritti di ogni cittadina e cittadino. Patrick Zaky è stato incarcerato per la sola ‘colpa’ di occuparsi di protezione dei diritti umani, in particolare dei diritti della comunità LGBTQIA+, andando in questo modo contro il regime di Al-sisi. Il governo italiano, continuando a mantenere i rapporti con l’Egitto, si sta rendendo complice di alcune tra le violazioni più gravi: non solo quella della libertà, ma anche dei diritti allo studio ed espressione, diritti che devono essere garantiti a tutti e a tutte. E ciò è tutt’altro che una novità, infatti è dall’omicidio di Giulio Regeni nel 2016 che gli accordi commerciali e militari con l’Egitto hanno continuato ad intensificarsi, dimostrando il vile opportunismo economico che caratterizza la nostra politica estera, attenta al portafogli e lasciva sul rispetto dei diritti umani. Contro questa complicità e vigliaccheria noi ci schieriamo. Pretendiamo fatti, pretendiamo impegno, pretendiamo giustizia”.