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Xm24: “Il famoso cantiere? Non ce n’è traccia”

La demolizione della recinzione attorno all’ex sede del centro sociale ha svelato “un rudere deserto, svuotato, in stato di abbandono”, scrivono le/gli attiviste/i, “sempre solidali con chi si ribella e abbatte muri”. E sull’intervento per recintare l’area adiacente: “Ennesimo sopruso, vogliono toglierci anche l’unica libertà che ci è rimasta, quella di incontrarci in un parco”.

04 Giugno 2020 - 18:18

E davanti ai nostri occhi è riapparso Xm24 o meglio quello che ne è rimasto: un rudere deserto, svuotato di tutto, in stato di abbandono.  Non c’è traccia del famoso cantiere la cui urgente e imminente apertura è stata la giustificazione ufficiale per sgomberare lo spazio autogestito in piena estate“. E’ un passaggio del comunicato diffuso dall’Xm24 sulla giornata di giovedì scorso, iniziata con l’intervento della proprietà e delle forze dell’ordine per recintare il parchetto fuori dall’ex sede del centro sociale e finita con l’abbattimento della recinzione che circonda l’immobile di via Fioravanti, sgomberato ad agosto, dove il Comune ha annunciato di voler realizzare un progetto di cohousing. Così le/gli attiviste/i ricostruiscono il tutto: “Nel primo pomeriggio di giovedì 28 maggio un ingente schieramento di forze dell’ordine accompagnato da un gruppo di operai ha tentato di sgomberare il parco dietro Xm24, intimidendo le persone presenti e divellendo e distruggendo le aiuole fiorite, le panchine, i cestini e gli altri arredi che erano stati costruiti con cura dalla spinta della libera socialità che si era venuta a creare in questo luogo a partire dal giorno dello sgombero di Xm24. Tante e tanti solidali sono accorsi tempestivamente al parchetto e sono riusciti quantomeno a impedire che venissero sradicati anche gli alberi piantati un anno fa in ricordo del nostro compagno Rocco. Quando abbiamo chiesto spiegazioni sul perchè stessero distruggendo arredi e aiuole ci è stato detto che nel parchetto si stava aprendo un cantiere e perciò era necessario sgomberarlo da ‘costruzioni abusive’ nonchè recintarlo. Alla richiesta di fornirci maggiori informazioni e i documenti che accertassero l’apertura del cantiere nessuno ha saputo rispondere e, da li a poco, le forze dell’ordine si sono dileguate. Allibite, ma anche non tanto… infatti è di qualche giorno fa la notizia della variante al piano urbanistico sull’area dell’ex mercato che legittimerebbe l’appropriazione indebita da parte di Acer, in accordo col comune, dell’area verde dietro lo stabile che fu Xm24. Però ci sembra a dir poco una bizzarra coincidenza che l’apertura del cantiere nel parchetto avvenga così tempestivamente e proprio di giovedì, a poche ore dall’apertura del mercato contadino. Dopo l’isolamento del lockdown, negli ultimi giovedì nel parchetto si erano ritrovate tantissime persone, si era ricreata una socialità spontanea ed eterogenea accomunata dalla stessa voglia di riprendersi spazi di autodeterminazione e libertà. I giornali non avevano perso occasione per attaccare quella socialità che già prima dell’emergenza covid-19 consideravano nociva. Ma noi sappiamo che qui non c’entrano le paure per gli assembramenti o per la salute: l’operazione messa in campo giovedì si inserisce in un più ampio programma repressivo, che con la scusa dell’emergenza, ha trovato la strada spianata per annientare qualsiasi forma di autodeterminazione e contestazione sociale, per fare spazio a privatizzazioni, speculazione e messa a profitto di qualsiasi spazio di libertà. Non è bastato privarci e radere al suolo i nostri spazi, ci vogliono togliere anche l’unica libertà che ci è rimasta, ovvero quella di incontrarci in un parco”.

Continua il comunicato: “Saputo di questo ennesimo sopruso verso la comunità che gira attorno al parchetto, tanti altri solidali sono accorsi nel tardo pomeriggio e, all’imbrunire, tra le mura che dal 6 agosto scorso chiudevano quella che per tante e tanti per anni è stata casa, si è improvvisamente aperto un varco e poi abbiamo visto tutto il muro di lamiera venire giù, spinto dalla rabbia, dall’amarezza e dalla frustrazione collettiva. Un boato! E davanti ai nostri occhi è riapparso Xm24 o meglio quello che ne è rimasto: un rudere deserto, svuotato di tutto, in stato di abbandono.  Non c’è traccia del famoso cantiere la cui urgente e imminente apertura è stata la giustificazione ufficiale per sgomberare lo spazio autogestito in piena estate. Ci sono solo macerie e i ricordi delle migliaia di teste e di corpi che lo hanno attraversato  nei suoi 17 anni di r/esistenza. Se a rispondere alla provocazione fosse stata l’assemblea di Xm24 ci sarebbero volute settimane di confronti e preparazione e il risultato sarebbe stato sicuramente un gran festone! E invece le recinzioni sono venute giù e i responsabili di questo siedono tra chi ha scelto di non ascoltare, continuando a mangiare terreno alle realtà autogestite e scegliendo ancora e sempre la via della speculazione e della repressione. Ed infatti lunedì scorso il parchetto è stato recintato… Sempre solidali con chi si ribella e abbatte muri! Xm24 vive e la lotta continua!”.