La protesta dei detenuti del carcere bolognese è partita stamattina, sul posto forze dell’ordine e Vigili del fuoco. Intanto in città, da domani, bar e ristoranti dovranno chiudere alle 18. Stop inoltre agli assembramenti in piazze o parchi, agli artisti di strada e ai mercati periodici.
Come in altri penitenziari italiani, anche alla Dozza di Bologna è partita la rivolta dei detenuti contro le restrizioni stabilite per il coronavirus. Sembra che la protesta sia cominciata nella mattinata dal comparto giudiziario. Sul posto, in aggiunta agli agenti polizia penitenziaria, sono arrivate forze dell’ordine e Vigili del fuoco. All’interno del carcere si stima la presenza di circa 900 reclusi. Si parla di materassi incendiati e, secondo alcune informazioni, ci sarebbero detenuti usciti dall’area di sicurezza e arrivati sino alle mura di cinta.
Intanto, da domani, i bar e i ristoranti di Bologna dovranno chiudere alle 18. Lo ha annunciato il sindaco Virginio Merola. Stop anche agli assembramenti negli spazi pubblici, ai mercati periodici e agli artisti di strada. “Nei ristoranti, bar e negozi va comunque mantenuto il rispetto del metro di distanza”, afferma Merola, ma “su questo punto, a quanto già previsto dal decreto dell’8 marzo e da quello regionale”, per Bologna si aggiungono “ulteriori misure finalizzate al contenimento del contagio”. Quindi da domani e fino al 3 aprile “si dispone la chiusura di bar e attività di ristorazione dalle 18 alle 6”, nonchè “la sospensione dei mercati alimentari e non alimentari con svolgimento periodico. Per tutte le attività commerciali, compresi i mercati rionali, valgono le raccomandazioni di contingentamento dell’afflusso”. Inoltre, “vengono vietati gli assembramenti in spazi pubblici, siano essi piazze, strade o parchi- continua Merola- e si dispone la sospensione dell’attività degli artisti di strada”. La Regione Emilia-Romagna “sta valutando- riferisce Merola- se ci sono le condizioni per un provvedimento condiviso generale, in questo senso, a livello regionale. In tal caso l’ordinanza comunale, condivisa con il prefetto, sara’ assorbita da quella regionale”.