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Via di Corticella, presidio spontaneo contro un banchetto “a difesa delle donne” [audio+foto]

Antisessiste e antifasciste contestano una raccolta firme improvvisata da alcuni nazionalisti davanti a un supermercato in Bolognina. La Questura identifica tutti quelli che, indignati dalla presenza dei razzisti, si fermano in presidio.

14 Ottobre 2017 - 18:04

E’ apparso in mattinata attorno alle 10, nei pressi dell’ingresso del supermercato Pam di via Corticella, un banchetto di un’organizzazione non meglio identificata (ma probabilmente vicina al partito Fratelli d’Italia, che sui social network annunciava per oggi un’iniziativa del tutto simile a Imola) – con esposta la bandiera italiana – finalizzato alla raccolta di firme per fantomatiche iniziative “in difesa della sicurezza delle donne”. Dopo essersi rese conto della presenza dei nazionalisti, alcune antisessiste e antirazziste residenti nel quartiere hanno dato vita a un presidio spontaneo per contestarne la presenza, collocandosi ad alcuni metri di distanza e intonando cori contro il patriarcato e l’assurda pretesa di coloro che raccoglievano le firme di rappresentare una voce in difesa della sicurezza delle donne, fra questi:  “L’autodifesa contro il patriarcato ce la rivendichiamo, non è affar di stato” e “ma che ci state a fare? Ci sono i piatti da lavare, il cesso da sturare!”

>Ascolta l’intervento di una ragazza presente al presidio (l’articolo prosegue sotto):

 

Dopo circa un’ora che si era formato il presidio – che si è sempre mantenuto pacifico – sono intervenuti tre uomini in borghese della Questura che, senza essersi in un primo momento identificati, hanno iniziato a riprendere con le videocamere e successivamente a richiedere i documenti alle persone che stazionavano nei pressi del supermercato. A fronte del diniego di fornire i documenti, i primi tre hanno quindi richiesto l’intervento di altri funzionari della digos che, arrivati sul posto, hanno preteso che gli venissero consegnati i documenti di tutti i presenti (dopo che in un primo momento avevano chiesto ne fossero forniti “solo tre o quattro”).

Si segnala – alla faccia della difesa delle donne – che durante il presidio uno dei razzisti che tenevano il banchetto ha simulato un’aggressione, spogliandosi di alcuni vestiti e imitando la posa dei pugili, rivolto verso il presidio antisessista, senza che naturalmente gli venisse detto alcunchè da parte dei funzionari della Questura. Concluso il banchetto delle firme e allonatanatisi i nazionalisti, alle persone in presidio è poi toccato attendere che tutti i nomi dei documenti fossero registrati, prima di potersene andare.