Dal centro sociale di via Paolo Fabbri un comunicato che tocca da vicino anche questo giornale autogestito. Quanto sta accadendo con il coronavirus “introduce elementi di straordinaria complessità (anche) nell’idea di autogestione e di autorganizzazione”: iniziative sospese, ma anche “nuove sfide politiche, culturali e sociali da raccogliere”.
“Come chi si assume la sua responsabilità intera / un piede nel vento / uno alla catena / frequentando bassifondi devo dare di più / studiare di più / allenare il mio cervello a stare molto più su”. Si apre con i versi di un brano degli Assalti Frontali un comunicato diffuso da Vag61 – Spazio libero autogestito (stesso titolo della canzone: “Il tempo dell’attesa”), che tocca da vicino anche il nostro quotidiano online autogestito e che in questa pagina riportiamo: “Nelle ultime settimane, come moltissime altre realtà sociali e culturali- scrive Vag61- a causa delle ordinanze emanate e delle misure precauzionali necessarie per il contenimento del coronavirus siamo stati costretti ad annullare o rinviare diversi appuntamenti pubblici già calendarizzati. E’ una situazione che ci ha colti impreparati, inutile negarlo. Per la testa ci girano più domande che risposte e al momento non abbiamo articolate analisi da proporre ad ogni costo. Quello di cui siamo sicuri è che quanto sta accadendo introduce elementi di straordinaria complessità (anche) nell’idea di autogestione e di autorganizzazione. Allo stesso tempo, siamo ben consapevoli che, pur mettendo in campo tutte le cautele e le premure del caso, non saremmo nelle condizioni di poter garantire un’adeguata partecipazione alle iniziative in programma nei nostri spazi e non solo, soprattutto in un’ottica responsabile di tutela della salute di tante e tanti. Per questi motivi altri appuntamenti e iniziative previste a Vag61 nelle prossime settimane sono sospese”.
Continua il comunicato: “Cercheremo di recuperare tutti gli eventi possibili, ma intanto siamo altrettanto consapevoli che l’attività politica, culturale e sociale possa e debba reagire alle situazioni di difficoltà, continuando a portare avanti i percorsi e le progettualità che si sviluppano indipendentemente dalle iniziative pubbliche e inoltre cercando anche nuove strade per non fermarsi. L’abbiamo fatto nei giorni scorsi in occasione dello sciopero femminista globale dell’8 e 9 marzo con l’azione di guerriglia odonomastica in quartiere della Brigata Violet Gibson, il progetto di Resistenze in Cirenaica e il lancio on-line del IV Quaderno di Cirene dedicato alle donne nelle resistenze. Abbiamo condiviso e rilanciato la bellissima iniziativa dello streaming di comunità pensata dalle nostre compagne e compagni di viaggio di OpenDDB (Distribuzioni dal Basso). Sosteniamo e condividiamo il prezioso lavoro del quotidiano autogestito on-line Zic.it – Zeroincondotta e la sua informazione partigiana, ora più che mai necessaria. Con la diffusione delle immagini e delle parole del CentroDoc “F. Lorusso e C. Giuliani” portiamo nel nostro cuore Francesco e parliamo dei conflitti sociali e della repressione di ieri e di oggi. Crediamo sia essenziale, nel tempo che ci si profila davanti, continuare nella ricerca di queste nuove strade che possono aprirsi nelle forme dell’autogestione e delle autoproduzioni, confrontandosi e raccogliendo le sfide politiche, culturali e sociali del prossimo periodo. Esprimiamo solidarietà alle detenute e ai detenuti in rivolta nelle carceri: in un momento di restrizioni che riguardano tutta la società emerge con ancora maggior forza la difficoltà di chi vive tutti i giorni la condizione di ristretto, che non può e non deve essere lasciato inascoltato né maggiormente isolato di quanto già non sia. Tanti detenuti in queste ore stanno chiedendo delle forme di possibilità di uscita dalle carceri, dove vivono una quotidiana condizione di sovraffollamento e dove è stato reso impossibile il contatto con familiari e persone care dall’esterno a causa dell’emergenza legata al virus. Siamo solidali con loro”. Per finire, di nuovo gli Assalti Frontali: “Un buon incassatore come vedi e come vuoi / vengo tra noi in ritiro tra noi / renderò i miei pugni poi / un sogno ricorrente nel tempo dell’attesa”.