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Ups conferma la chiusura a Calderara: sarà sciopero

Fumata nera al Tavolo di salvaguardia di ieri, Si Cobas e Sgb hanno deciso di “indire lo sciopero e avviare la mobilitazione e metteranno in cantiere tutte le iniziative necessarie a difesa dei posti di lavoro”. Nei giorni scorsi, dipendenti Logista davanti alla Philip Morris per rivolgersi alle/i lavoratrici/ori: “Organizziamoci e lottiamo insieme!”.

09 Settembre 2021 - 13:43

Ieri si è concluso negativamente il Tavolo di salvaguardia per l’appalto Ups di Calderara di Reno. Lo comunicano Si Cobas e Sgb, spiegando che “a tale incontro era prevista la partecipazione dell’Ups allo scopo di illustrare il piano industriale e la possibile salvaguardia dei posti di lavoro. Ancora una volta l’Ups ha scelto di non partecipare delegando la rappresentanza del tavolo la decisione di chiudere l’hub e di dirottare la merce verso altri siti del territorio emiliano. A tale tavolo l’azienda ha riproposto, peggiorandolo, l’accordo economico di incentivo all’esodo già proposto in precedenza, che non tiene conto dell’anzianità di magazzino maturata dai lavoratori. Un accordo il cui importo economico si ridurrà notevolmente in prossimità della data del 15 ottobre prossimo. Per coloro che invece non aderiranno ad alcuna proposta, il Consorzio Tmg procederà al licenziamento collettivo entro e non oltre la data del 30 ottobre. Un accordo inaccettabile che non contiene nessuna proposta di tutela del posto di lavoro o di ricollocazione lavorativa in altri appalti Ups del territorio di cui, alcuni, gestiti dagli stessi signori del Gruppo Tmg, come ad esempio quello di Carpi, sito in cui vengono dirottati i colli prima appartenenti all’hub di Calderara di Reno”.

L’accordo è stato “invece sottoscritto dalla Uil Trasporti che, pur non avendo rappresentanza nel sito, in tutta la vicenda e in accordo col padrone, ha giocato il ruolo del firmatario compiacente degli esodi nell’intento di dividere i lavoratori e indebolire il Tavolo di Salvaguardia odierno. A tale scopo ha addirittura creato un gruppo whatsapp dal titolo ‘esodi Tmg’, utilizzando i numeri di telefono cellulare dei lavoratori e richiedendo 50 euro a ciascun lavoratore per la firma del verbale di conciliazione per l’esodo. Nessuna tutela dell’occupazione, nessun posto di lavoro, neppure presso i siti in cui verranno dirottate le merci che sino al 31 luglio sono state lavorate presso il magazzino di Calderara di Reno. Totale deresponsabilizzazione della committenza Ups, ennesima multinazionale che in pandemia ha incrementato i propri profitti, utilizzando i soldi dell’erario pubblico (cassa Covid), al fine di riorganizzare la propria attività spostando la merce laddove il costo del lavoro è inferiore e precario”.

Data la situazione, “i lavoratori e le organizzazioni sindacali che realmente li rappresentano, terminato il tavolo hanno deciso di indire lo sciopero e avviare la mobilitazione e metteranno in cantiere tutte le iniziative necessarie a difesa dei posti di lavoro e dell’occupazione”.

Nei giorni scorsi, intanto, i Si Cobas hanno manifestato davanti alla Philip Morris nell’ambito della vertenza Logista, portando questo messaggio alle/i dipendenti di quello stabilimento: “Siamo i lavoratori e le lavoratrici che da oltre dieci anni lavorano nell’Hub di Logista Italia all’Interporto di Bologna. Sì, proprio Losita la stessa multinazionale titolare dell’appalto qui in Philip Morris dove lavorate voi cari colleghi e colleghe! Ma in comune non abbiamo solo Logista o la distribuzione del tabacco e dell’Iqos… Siamo quelli che come voi non si sono mai fermati né prima nè durante la pandemia… ‘perchè se si fuma a ciclo continuo si deve lavorare allo stesso modo’… ve lo ricordate quando tutti parlavano di eroi? Eppure oggi siamo qui perchè dopo dieci anni di lavoro Logista ha deciso di chiudere il sito di Bologna! E lo ha fatto con un preavviso di 36 ore. Un messaggino WhatsApp inviato dall’azienda in appalto un sabato sera a fine luglio… quando in molti erano in ferie..questo il loro ringraziamento per noi! Sappiamo tutti che Logista Italia è un’azienda che gode di ottima salute (con un profitto plurimilionario e un fatturato aumentato solo nel 2020 del 17,45%!) e che la chiusura del magazzino di Bologna è una decisione figlia della fame di profitto non della crisi! Logista sposta la produzione dove il costo della manodopera è più basso verso Tortona (Piemonte) e ad Anagni (Lazio) dove il lavoro è precario, dove si lavora a testa bassa sotto costanti minacce di mancati rinnovi dei contratti, dove i livelli di inquadramento sono i più bassi del Ccnl, dove non ci sono buoni pasto, dove si sa quando si inizia ma non quando si finisce il turno… Nel 2004 quando abbiamo iniziato in quel magazzino le condizioni erano le stesse, avevamo le cooperative e i caporali e nulla veniva rispettato del contratto… Venivamo trattati come delle bestie, entravamo alle sei del mattino ed uscivamo dal magazzino alle nove di sera solamente quando il lavoro era finito, dopo 15 ore. All’epoca per Logista andava tutto bene, per noi no. Allora abbiamo iniziato a lottare per i nostri diritti e siamo riusciti ad ottenere l’applicazione del Ccnl con tutti gli istituti contrattuali al 100%, pagamento della malattia e degli infortuni, livelli adeguati, buoni pasto e premi di risultato, tempi di lavoro rispettosi dei tempi di vita, ma soprattutto abbiamo riconquistato la nostra dignità. Ed è questo il problema di Logista, che i lavoratori abbiano diritti e dignità! Noi siamo l’anomalia per loro, siamo un costo che limita il loro profitto! Ma senza di noi tutti, senza i lavoratori e le lavoratrici Logista e Philip Morris non sono nulla!! siamo noi quelli che producono, quelli che lavorano! Noi tutti uniti da Bologna, Anagni, Tortona, Crespellano, Catania… possiamo essere una forza, ma se non ci uniamo continueranno a ricattarci e sfruttarci da una parte all’altra”.

Ecco dunque l’appello dei Si Cobas: “Iniziamo ad organizzarci e lottare insieme per conquistare i nostri diritti e la nostra dignità. Cgil, Cisl e Uil si sono dimostrati incapaci e complici di questo sistema di sfruttamento. Hanno evitato e continueranno ad evitare che i lavoratori possano unirsi e diventare una forza, continueranno a giocare sulla paura delle persone, continueranno a dire SI ad ogni richiesta che proviene dall’azienda. Quello che sta succedendo in questo Paese con lo sblocco dei licenziamenti, voluto da Confindustria e portato a termine con la complicità di Cgil, Cisl e Uil, non può e non deve passare inosservato. Se oggi Logista ‘delocalizza’ la produzione in Italia e licenzia 100 lavoratori perchè domani altre aziende o multinazionali non potrebbero fare come lei? E’ già successo e continuerà ad accadere…Gkn, Fedex, Whirlpool, Giannetti ruote, Ups Express partners…”.