Pena di 3 anni e 8 mesi per un ragazzo riconosciuto colpevole di devastazione e saccheggio, due condanne più lievi per resistenza a pubblico ufficiale. Assolto un quarto manifestante, un’altra assoluzione era scattata dieci giorni fa.
(da Radio Onda d’Urto)
Tre condanne (con pene notevolmente minori delle richieste dell’accusa) e un’assoluzione.
Si è concluso così il processo con rito abbreviato per la giornata di rabbia del 1 maggio 2015 a Milano durante il corteo contro l’apertura di Expo.
L’accusa principale e surreale di devastazione e saccheggio ha retto per un solo giovane compagno, Andrea, già in carcere, condannato a tre anni e otto mesi: un altro imputato a due anni e due mesi (Edoardo) e un terzo a un anno e otto mesi (Nicolo’) per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. In entrambi gli ultimi due casi con sospensione della pena. Un quarto manifestante, Alessio, dopo aver fatto sei mesi di carcere più domiciliari, è stato assolto da tutte le accuse.
L’accusa per l’ormai famigerato articolo 419 (devastazione e saccheggio) ha retto quindi solo per uno dei quattro imputati. In ogni caso le pene sono tutte molto inferiori a quelle richieste dall’accusa. Solo dieci giorni fa era arrivata l’assoluzione di un altro imputato (che aveva scontato un lungo periodo detentivo) fermato durante il corteo e accusato di aver lanciato sassi contro le forze dell’ordine. In realtà i verbali d’arresto contenevano una ricostruzione smentita dagli stessi filmati della giornata.