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Se per le/i lavoratrici/ori di cultura e spettacolo non c’è l’indennità

Ieri Adl Cobas Emilia-Romagna e rete Professionisti Spettacolo e Cultura – Emergenza Continua davanti alla sede dell’Inps: “E’ la esplicita conferma di quanto i settori e i lavori più precari non abbiano avuto una vera risposta a questa crisi”.

07 Agosto 2020 - 13:40

Nei settori dello spettacolo e della cultura, decine di lavoratrici e lavoratori “hanno ricevuto il rifiuto alle indennità Inps” per l’emergenza Covid e ad alcune/i è stato anche chiesto di restituire il bonus già ricevuto. Lo segnalano l’Adl Cobas Emilia-Romagna e la rete Professionisti Spettacolo e Cultura – Emergenza Continua, che ieri hanno sollevato pubblicamente il tema davanti alla sede Inps di Bologna: iniziativa effettuata “a seguito della brutta sorpresa che si sono ritrovati migliaia di lavoratrici e lavoratori dei settori spettacolo, cultura e turismo. Parliamo di esclusi dalle indennità perchè percepivano il reddito di cittadinanza, anche al minimo, che da normativa avrebbero dovuto vedersi accreditare sullo stesso reddito i 600 euro: invece hanno ricevuto la sospensione del reddito per il mese di giugno e l’accreditamento per il valore precedente per luglio. Parliamo di chi ‘fortunatamente’ è potuto rientrare nella cassa integrazione straordinaria essendo lavoratore intermittente, percependo quindi un minimo ammortizzatore (parliamo in alcuni casi di 100 euro), e che si sono visti esclusi dall’indennità di 600 euro, nonostante ne avessero garantito la ricezione per i mesi di aprile e maggio. Gli esempi sono molteplici, tra chi non si è trovato contratti attivi nello scorso anno e chi invece ha contratti attivi non avendone conoscenza. Ora, ad agosto, mentre si sta discutendo di ulteriori indennità, che arriveranno probabilmente tramite il decreto di prossima discussione, stiamo parlando di ammortizzatori una tantum che dovevano coprire il periodo da marzo a maggio, e che ancora non sono stati erogati. Questa è la esplicita conferma di quanto i settori e i lavori più precari non abbiano avuto una vera risposta a questa crisi”.

Scrivono ancora Adl Cobas Emilia-Romagna e rete Professionisti Spettacolo e Cultura: “Abbiamo richiesto all’Inps un incontro, visto che i ricorsi al rifiuto di queste indennità sono in capo a loro, per andare ad analizzare le problematiche. Siamo però consapevoli che il problema è politico e quanto effettivamente ci sia bisogno di una vera riforma su ammortizzatori sociali e su settori come Spettacolo e Cultura. Per questo da mesi con la rete Professionisti Spettacolo e Cultura – Emergenza Continua, insieme alla Rete Intersindacale, di cui Adl Cobas Emilia-Romagna fa parte, stiamo aprendo discussione con le istituzioni. Siamo consapevoli che sarà una riforma lunga e complicata, ma ci deve essere il coraggio di tutte le parti sociali di cominciarla e portarla avanti, partendo dalla semplificazione nella richiesta del sostegno economico per questi lavoratori e lavoratrici che, nonostante i contributi versati negli anni di lavoro, attendono da marzo un ammortizzatore”.