Per molti e molte rappresentava l’altro polo della memoria della strage e della lotta partigiana di quel territorio: quello non-istituzionale, non-pacificato e rivolto al presente. Riproponiamo una sua conversazione del 2010 con Wolf Bukowski.
Nella notte tra martedì e mercoledì ci ha lasciato il compagno e amico Luigi Fontana. Luigi si era stabilito a Monte Sole negli anni settanta, e da allora migliaia di persone hanno frequentato la sua casa.
Per molti e molte Luigi rappresentava l’altro polo della memoria della strage e della lotta partigiana di quel territorio: quello non-istituzionale, non-pacificato e rivolto al presente. Luigi raccontava, Luigi ascoltava, e annodava le storie di chi era passato per caso e di chi invece era lì con piena consapevolezza. Né i primi né i secondi sarebbero scesi a valle uguali a com’erano arrivati.
Agli antifascisti di maniera indicava – talvolta con ironia, mai con astio – la necessità di portare le istanze della lotta partigiana nelle contraddizioni del presente. Contro il colonialismo, per primo quello italiano; contro il militarismo, contro le devastazioni ambientali e mentali prodotte dal capitalismo.
Pezzetti della memoria di Luigi sono sparsi in diversi paesi del mondo. Pezzetti della memoria di Luigi sono piantati a fondo nelle nostre storie personali; e non lasceremo che si disperdano. Per chi vuole salutarlo collettivamente, il funerale sarà alle 14,30 di venerdì presso la comunità di don Dossetti, a Casaglia di Monte Sole.
> Una conversazione con Wolf Bukowski del 2010: