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Scuola, ripartono le occupazioni

Da ieri la protesta delle/gli studentesse/i ha preso avvio al liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio e all’istituto Crescenzi-Pacinotti-Sirani, da stamattina anche al liceo Laura Bassi.

18 Aprile 2023 - 14:59

“La nostra occupazione è un atto di rivendicazione dei nostri diritti, di affermazione del ruolo della comunità studentesca e di protesta radicale nei confronti di un sistema scolastico opprimente che ha completamente voltato le spalle alle esigenze degli studenti”. Così le/gli studentesse/i del liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio di Reno che ieri hanno annunciato la decisione di occupare la scuola. “Passiamo le nostre giornate in una scuola in cui non ci sentiamo accolti strutturalmente ed emotivamente parlando. Chiediamo una maggiore disponibilità dello sportello psicologico e protestiamo contro la necessità di autorizzazione dei genitori. Denunciamo con forza le problematiche del Pcto e proponiamo la formazione della commissione paritetica composta da studenti (eletti dalla componente studentesca) e docenti equamente rappresentati per la valutazione, accettazione e controllo in corso di svolgimento dei progetti Pcto ed educazione civica avanzati dal consiglio interno. Rivendichiamo anche la presenza di un tavolo di confronto per discutere del metodo valutativo, tenendo in considerazione il sistema adottato dal liceo Morgagni di Roma”, sono alcuni dei temi citati dal documento che le/gli studentesse/i hanno diffuso sui social. Sempre ieri, inoltre, è iniziata un’occupazione anche all’istituto Crescenzi-Pacinotti-Sirani. Secondo quanto dichiarato dalle/gli studentesse/i coinvolte l’occupazione durerà anche “i prossimi giorni”, comunica la dirigenza scolastica, “pertanto riteniamo di non poter garantire per la giornata di domani lo svolgimento regolare delle lezioni e delle altre attività didattiche che erano state programmate né la vigilanza degli studenti”.

Questa mattina invece a decidere l’occupazione, al termine di un’assemblea nella succursale di via Brocchindosso, è stato anche il liceo Laura Bassi: “Occupazione è Liberazione”, si legge su due striscioni appesi da studentesse e studenti, che hanno inoltre prodotto un articolato manifesto di rivendicazioni [pdf], il cui incipit recita: “A oggi, noi studenti e studentesse ci ritroviamo in un sistema scolastico degradato, basato su una riforma fascista. la riforma Gentile del 1923 ha reso la scuola ormai uno spazio corrotto. Esso collabora con un governo che permette la presenza di associazioni giovanili e aggressioni di militanti neofascisti contro i giovani, come quella all’esterno del liceo
Michelangiolo di Firenze, ed istanze in cui non ci sentiamo riconosciut*. È un sistema nel quale non si imbattono solo gli studenti ma anche tutti i presidi, i docenti, i collaboratori scolastici che sono schiacciati tanto quanto noi e con i quali intendiamo instaurare un dialogo, un rapporto di stretta reciprocità, in quanto tutti vittime della stessa situazione malsana. Non siamo noi che stiamo occupando la scuola, è il sistema scolastico disfunzionale che ha occupato quell’idea di scuola libera, individualizzata, senza ansie, che esisteva precedentemente; la nostra è una liberazione”.

“Crediamo sia necessario e di fondamentale importanza che venga instaurato un dialogo serio tra studenti, professori e Istituzioni – è un altro passaggio del manifesto – con i quali poter riscrivere in maniera sana tutte le parti di questo sistema, che così non funziona. Vogliamo una scuola nuova che abbia un sistema valutativo più efficace, una maggiore attenzione verso il disagio psicologico, una modalità diversa per la selezione dei percorsi di Pcto e maggiore sicurezza per gli stessi. E infine un incremento dei fondi affidati alla scuola e una maggiore possibilità di fruizione”. C’è anche la richiesta di “un fondo di garanzia per coloro che non hanno le possibilità economiche di partecipare alle gite scolastiche”

“Noi studenti siamo disposti a lottare fino a quando i professori, i collaboratori scolastici e i genitori non si uniranno al nostro fianco – si legge in conclusione –  abbiamo intenzione di costringere i politici e i politicanti a permettere quei cambiamenti che tanto ardentemente osteggiano. Solidali, eguali, per crescere insieme e davvero”.