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Scuola, l’appello: “Che il 3 ottobre sia un nuovo inizio”

Cobas sulla giornata dedicata alle vittime dell’immigrazione: “Nuovi percorsi nelle classi, riflettere su passato coloniale e pregiudizio razziale”. Nei giorni scorsi biciclettata “No one is illegal” di Bologna Accoglie. Da via del Borgo nasce Comitato antirazzista.

02 Ottobre 2017 - 12:05

“Che il 3 ottobre sia un nuovo inizio!”. Comincia così un appello che i Cobas di Bologna hanno deciso di lanciare rivolgendosi alle scuole di tutta Italia: “Da un anno la giornata del 3 ottobre è intitolata alla memoria delle vittime dell’immigrazione. La scelta della data ricorda un tragico episodio accaduto nel 2013: l’inabissamento a meno di un miglio da Lampedusa di un peschereccio che trasportava migranti in gran parte eritrei, causando 368 morti. Pochi giorni dopo, l’11 ottobre, un nuovo naufragio provocò altre 160 vittime, questa volta prevalentemente siriane. Questi episodi erano però solamente la punta di un iceberg, un processo che sta, da almeno venticinque anni, accompagnando l’Europa. Dal 1988 al 2016 sono almeno 27mila le persone che sono morte tentando di attraversare il Mediterraneo e di entrare nella ‘fortezza Europa’. L’episodio del 2013 inoltre ci ricorda il passato coloniale italiano, anch’esso spesso volutamente dimenticato o minimizzato: l’Eritrea era la colonia cosiddetta primogenita, il 3 ottobre 1936 fu il giorno in cui il fascismo diede il via all’invasione dell’Etiopia proprio dalla Colonia Eritrea. Questo groviglio di passato dimenticato e di presente ignorato caratterizza la cultura dell’italiano medio del nuovo millennio, impregnata di razzismo e xenofobia, rivolta proprio contro quelle vittime di ieri e di oggi. Una cultura che si accontenta di vedere scomparire dai propri occhi e dai propri tg i morti in mare, ora reclusi o torturati nei campi libici per effetto dei recenti accordi oppure limitati nei diritti dal decreto Minniti. Una cultura profondamente radicata nello ius sanguinis, che non riesce a pensare ad una legge di cittadinanza che assicuri pari diritti a tutti coloro che vivono con noi. Questa cultura va battuta, a partire dalla scuola”.

Continua l’appello: “Per questo pensiamo che il 3 ottobre debba essere un giorno importante. Come insegnanti riteniamo che si possa partire da questi episodi del presente per aprire nelle classi nuovi percorsi: la comprensione della natura dei fenomeni migratori, la conoscenza delle guerre e delle differenze di ricchezza e di risorse che ne sono alle origini. Che il 3 ottobre sia un’occasione per modificare i curricoli, per spostare l’attenzione delle studentesse e degli studenti sul nostro passato coloniale e sul grande archivio del pregiudizio razziale che ci portiamo dietro come pesante eredità. Che sia occasione per riflettere sulle norme di cittadinanza, partecipando alla campagna che tra le varie iniziative vede anche l’appello lanciato dal maestro Franco Lorenzoni e dallo scrittore Eraldo Affinati per ottenere una legge sullo ius soli e ius culturae, prescindendo dalle restrizioni e dai limiti della legge attualmente in discussione. Il nostro invito è rivolto a noi stessi, alle colleghe e ai colleghi insegnanti, per farci modificare da questa data. Possiamo cogliere l’occasione del 3 ottobre per iniziare a modificare la prospettiva con cui stiamo in classe a partire dai grandi fenomeni migratori che attraversano la nostra epoca. Come scrive Gabriele Del Grande nella pagina web in cui tiene meticolosamente il conto dei morti del Mediterraneo: ‘…alla ricerca delle storie che fanno la storia. La storia che studieranno i nostri figli, quando nei testi di scuola si leggerà che negli anni duemila morirono a migliaia nei mari d’Italia e a migliaia vennero arrestati e deportati dalle nostre città. Mentre tutti fingevano di non vedere'”.

“Bologna vuole accogliere!” è invece il messaggio lanciato con la biciclettata “No One is Illegal” che si è svolta sabato su iniziativa di Bologna Accoglie: “Siamo partit@ da piazza del Baraccano per attraversare in bici i luoghi simbolo dell’accoglienza informale, per ascoltare le voci di chi ospita o viene ospitato a Bologna, concludendo il nostro percorso nelle vicinanze di quell’hub di via Mattei – tirato a lucido per l’arrivo del papa -, nel quale il drastico calo delle presenze in questi mesi è la cartina tornasole del fatto che sempre più persone rimangono prigioniere in quell’immenso lager a cielo aperto che è la Libia. Il governo Italiano e l’Unione Europea hanno fatto di tutto, dagli accordi con il governo libico all esclusione delle Ong dal Mediterraneo, per relegare i migranti in Libia, in un inferno in cui i diritti umani non sono minimamente garantiti”.

Gli abitanti di Via del Borgo antirazzista, infine, dopo il brutto episodio del cartello “Non si affitta agli stranieri” rendono nota la nascita di un Comitato antirazzista di sorveglianza, che “si occuperà di: redigere un vademecum dell’inquilino in cui verranno elencati tutti i diritti che non possono essere negati dalla proprietà e in cui verranno forniti i contatti per segnalare eventuali soprusi; assicurarsi che a nessuno straniero venga negato il diritto all’abitare!”. Per questo stasera alle 19 “ci vediamo al Barnaut (via Ferrarese, 2) per un aperitivo in cui presenteremo:
il nostro progetto e il vademecum dell’inquilino
“.