È iniziato nella tarda serata di ieri il picchetto al magazzino di Crespellano, in Valsamoggia. Usb: “Non siamo disposti a subire l’ennesima criminalizzazione delle giuste lotte dei lavoratori della logistica”.
“Da ieri notte è in corso lo sciopero dei lavoratori addetti all’hub della Gls di Crespellano, l’immediata mobilitazione è stata indetta dalla Usb contro il licenziamento di un delegato sindacale”. Ne dà notizia il sindacato in una nota, raccontando che nella mattinata oggi è “arrivata in forze” la polizia, con quattro camionette, per identificare i dimostranti: “Questo intervento, di fatto intimidatorio, non fa altro che inasprire la situazione, come sindacato non siamo disposti a subire l’ennesima criminalizzazione delle giuste lotte dei lavoratori della logistica”.
“Questa mattina – si legge poi – indetto lo sciopero di solidarietà anche negli hub di Calderara e Piacenza. Il sindacato Usb chiede l’immediato reintegro del lavoratore e delegato sindacale. Scioperi e mobilitazioni continueranno ad oltranza. Continuano le politiche e le pratiche di sfruttamento e di precarietà all’interno degli hub della logistica, ancora una volta nella Gls siamo di fronte a vere e proprie misure ritorsive contro i lavoratori più attivi e capaci. La scelta di licenziare non è dovuta a motivi economici in quanto i fatturati e i profitti, come è oramai noto, sono sempre in crescita. A conferma ci questo, a fronte di licenziamenti, alla Gls sono stati chiamati decine di lavoratori interinali. Non è un caso che tutto questo si intrecci con il diffuso fermento e opposizione ai Cgil Cisl Uil, che i lavoratori del settore e la stessa Usb giudicano come il peggiore di sempre, in termini di salario, diritti e orari di lavoro. Nel corso della notte si sono svolti incontri con i dirigenti aziendali ma le loro posizioni risultano ancora irricevibili. Si tratta di scelte precise che mirano a indebolire la resistenza e la presenza organizzata della Usb nei magazzini e nei centri della logistica. Per questo la risposta della Usb non può che essere forte e determinata nel bloccare tali politiche aziendali “usa e getta” sulla pelle dei lavoratori e attivisti sindacali”.