Attualità

Roma / Pioggia di occupazioni abitative

Numerosi stabili occupati in giornata per dare una risposta al bisogno abitativo. Ripubblichiamo da InfoAut e da Contropiano, con i comunicati del Coordinamento cittadino di lotta per la casa e di Degage.

07 Aprile 2013 - 00:36

Verso le 13 di oggi sono stati occupati una serie di edifici -in totale 13- tutti stabili vuoti ed abbandonati all’interno della metropoli romana. Un vero e proprio tsunami che quest’oggi si è abbattuto sulla città e che rappresenta la continuità con un percorso ben preciso per il diritto all’abitare che a Roma ha già dato i suoi frutti nei mesi passati. L’intento è chiaro: sottrarre spazi e fonte di speculazione a chi pensa al proprio profitto nel momento in cui sulla città si vuole nuovamente rigettare tonnellate di cemento con una sfilza di delibere urbanistiche, l’ennesimo saccheggio che la città di Roma tenta di attuare sulle spalle dei cittadini e cittadine. La grande giornata di lotta oggi a Roma, dimostra come sia possibile e necessario riappropriarsi di spazi. La giornata di oggi ben si lega anche con le mobilitazioni territoriali che quest’oggi si svolgono in Campania e nel Lazio, contro le discariche, gli inceneritori e contro le nocività che mirano a distruggere territori e salute, ancora una volta, per far emergere un’altra idea di metropoli, un’altra idea di territorio.

Tra i palazzi occupati uno stabile provinciale in via Antonio Musa, occupato da giovani studenti e studentesse e che hanno deciso di dare vita ad uno studentato autogestito. Per le ore 17 di oggi è prevista un’assemblea pubblica all’interno dello spazio occupato.

aggiornamento ore 18.30:

Sotto la nuova occupazione di via Musa si sono radunati agenti della digos e diverse camionette di polizia. Rischio di sgombero per Degage che decide di resistere ed invita tutti/e ad accorrere sul posto per difendere l’occupazione.

aggiornamento ore 20.00:

Buone notizie da via Musa, Degage resiste! Gli occupanti e i solidali radunatisi fuori in presidio sono riusciti a difendere l’occupazione e la polizia si è allontanata. Assemblea pubblica in corso per decidere sul proseguire dell’occupazione e delle prossime iniziative.

> Il comunicato del progetto Degage:

Uno stabile che puzza di voti

Eccoci qui! Ci siamo ripresi uno stabile pubblico al centro di Roma e questo è solo l’inizio! Non è una minaccia, non è una promessa è un AVVISO PUBBLICO: siamo decisi e determinati a riprenderci quello che ci viene rubato direttamente dalle nostre tasche .
Lo stabile, grazie al quale le nostre vite riprenderanno a respirare, è un edificio di proprietà della provincia di Roma attualmente in svendita al migliore offerente. Ma quale miglior offerente se non noi? Abbiamo intenzione di trasformare queste mura in alloggi per 30 studenti e studentesse che sono stufe di elemosinare un alloggio all’università o di pagare cifre salate ai proprietari della città.

Questi mattoni, che prenderanno nuova vita e daranno nuove possibilità a chi vive nella precarietà, a chi non dovrà essere più sfruttato in lavori a costo bassissimo a chi potrà continuare gli studi senza sacrifici, nascondono i già noti affari del mattone che speriamo di intralciare con tutte le nostre forze per dire a tutti e a tutte riprendetevi ciò che è vostro! Lo stabile in via Antonio Musa 10, fa parte degli 11 stabili inseriti nel fondo Upside della Bnp Parsap, che una volta venduti potranno essere usati per costruire il palazzone unico della Provincia che sorgerà nella zona di Torrino-Castellaccio. L’ultima creazione della giunta Zingaretti, con il bene placido dell’opposizione, è stata quella di creare un fondo speciale nel quale accumulare i soldi pervenuti dalla vendita di questi 11 immobili, già di proprietà della Provincia stessa, al pro di concentrare gli uffici amministrativi in un unico stabile. per migliorarne l’efficenza dei servizi e per risparmiare su tutti quegli stabili che sono attualmente in affitto.

Il fondo Upside è necessario perchè le banche, che hanno vinto l’opportunità di finanziare la costruzione del nuovo stabile provinciale, hanno già anticipato 260 milioni di euro che verranno recuperati dalla vendita degli immobili tra cui quello di via Antonio Musa n°10. Stiamo parlando di banche “fortunate” come la Bnp e la Finemiro e di aziende come la “fortunatissima” Parsitalia, di proprietà dei Parnasi, che hanno vinto l’appalto della costruzione! Quegli stessi costruttori che hanno avuto sempre la solita fortuna di gestire altri appalti nella zona Eur, Tor Marancia, Castellaccio e che concorrono alla costruzione dell’ambitissimo stadio della Roma a Tor di Valle. Ma perchè costruire un palazzo della provincia quando la provincia non esiste più? E perchè concentrare in un unico palazzo gli uffici di un ente, che in quanto provinciale, dovrebbe essere distribuito sul territorio? Le direttive della Spending Review sono state colte come nuova opportunità per distribuire ai poteri forti della città altri soldi in cambio di voti. Infatti, dietro la propaganda della razionalizzazione e delle campagne antispreco ci sono loschi affari, ci sono altri sprechi e ci sono i politici, i partiti e i palazzinari che giocano a carte sulle nostre teste. E che si può fare, denunciare la corruzione o peggio eleggere nuovi rappresentanti del mattone?

Abbiamo capito da tempo che, nel paese della partitocrazia, andare al voto significa cambiare la faccia di una stessa medaglia e rimanere a guardare vuol dire pagare i costi della crisi. I partiti sono il pilastro del regime democratico e questi modi di agire dietro le quinte non sono nuovi a nessuno. La nostra denuncia non è uno scandalo da prima pagina di giornale, non ci interessa buttare fango su una parte per favorire l’altra. Siamo in uno stato di completa ingovernabilità e noi vogliamo creare e soprattutto praticare una rottura con chi crea e approfitta della crisi. Non vogliamo portare avanti una rottura di testimonianza contro la corruzione vogliamo essere noi la testimonianza che una strada si può percorrere ed è quella dell’ autorganizzazione autonoma in difesa dei nostri territori, per la riappropriazione delle case, per la lotta contro lo sfruttamento sul lavoro e del lavoro. Oggi studenti, famiglie, migranti, disoccupati o semplicemente uomini e donne che non credono più nelle favole dello stato che ridistribuisce, nello stato del welfare, hanno occupato decine di stabili per ottenere qui e ora una vita migliore. Il mattone che ci siamo ripresi puzza di soldi marci e dato che noi soldi non ne abbiamo e quelli che ci chiedono tramite le tasse se li rubano ce li riprendiamo.

Eccoci qui noi choosy! Noi ci riserviamo una vita migliore. E voi?

DegageCasaxtutti  

> Comunicato del Coordinamento cittadino di lotta per la casa di Roma:

6 APRILE 2013 ORE 13 la sveglia è di nuovo suonata. Se stai vivendo con la paura che l’ufficiale giudiziario bussi alla porta di casa per eseguire lo sfratto o il pignoramento. Se negli ultimi anni o mesi hanno visto l’affitto della tua abitazione aumentare a dismisura fino a raddoppiare o persino a triplicare. Se non ce la fai più a pagare mutui e affitti improponibili. Se sei disoccupato o disoccupata, precario o precaria. Se arrivare alla fine del mese comunque è diventata una missione sempre più impossibile. Se stai pagando il prezzo di una crisi che certamente non hai contribuito a generare e la tua vita sta diventando un incubo, non ci dormire sopra, vieni con noi, riprenditi ciò che ti spetta, OCCUPA LA CITTA’ !

Pochi minuti fa nella città sono stati occupati altri 13 stabili vuoti ed abbandonati. Le luci di altri 13 palazzi – ex uffici e case invendute – sono state accese per spegnere la rendita ed il profitto di pochi a danno di tutti. Per lasciare al buio chi da anni ha accumulato smisurate fortune rubandoci territorio e vita. Altri 13 spazi sono stati sottratti ai signori del mattone e della speculazione proprio nel momento in cui si vorrebbe riversare su Roma una nuova valanga di cemento privato approvando – in zona cesarini – una nuova sfilza di delibere cosiddette “urbanistiche” che in realtà rappresentano l’ennesimo “Sacco di Roma”.

Del resto le ombre nere dei RE DI ROMA sono già pesantemente entrate in campo nella competizione elettorale che porterà ad eleggere a fine Maggio il nuovo sindaco ed il nuovo consiglio comunale di Roma. Giocano in tutte le squadre per disegnare come sempre e più di sempre, a loro uso e consumo, il futuro di una città già fin troppo saccheggiata e devastata, oramai CAPITALE DEL CEMENTO, DELL’AUSTERITA’ E DEL MAGNA MAGNA. E’ compito di tutti e tutte noi fermarli. Far emergere – nel conflitto e nella autorganizzazione – un’altra idea di città. Un’altra Roma da costruire e conquistare insieme.

Del resto, siamo consapevoli che non basterà – ammesso che effettivamente arrivi -, qualche taglio ai cosiddetti costi della politica, una spruzzata di trasparenza e qualche volto giovane e nuovo che magari poi tanto nuovo non è, a cambiare veramente le cose, a spazzare via gli interessi di quei potenti che continuano a seminare precarietà e ad affamarci.

Nessuno al posto nostro conquisterà i diritti che ci vengono negati. Solo noi direttamente possiamo riprenderci ciò che ci spetta.

Anche per questo abbiamo deciso di collegare oggi, in una grande giornata di lotta e mobilitazione le lotte per l’abitare con quelle contro le discariche, gli inceneritori e tutte fonti di nocività che distruggono i territori e le salute.

Con queste idee ben chiare in testa ci prepariamo a manifestare Martedì 9 Aprile con un corteo che arriverà fin sotto le finestre della presidenza della Regione Lazio per chiedere a gran voce il BLOCCO GENERALIZZATO DEGLI SFRATTI E DEGLI SGOMBERI e la realizzazione immediata di un PIANO STRAORDINARIO CONTRO L’EMERGENZA ABITATIVA.

Coordinamento cittadino di lotta per la casa

(da InfoAut)

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Nella giornata di oggi a Roma sonoFoto: Occupiamo tutto!!Casa a circa 200 persone a via Tiburtina stati occupati un’altra decina di edifici vuoti, ex uffici e case invendute. E’ il secondo tsunami sociale per il diritto all’abitare dopo quello del 6 dicembre scorso.
Il secondo tsunami tour per il diritto all’abitare a cinque mesi di distanza da quello del 6 dicembre scorso che portò all’occupazione contenporanea di una decina di edifici da parte di un migliaio di senza casa. “Altri 13 spazi (in realtà sarebbero 8 o 9 per ora le azioni riuscite, ndr) sono stati sottratti ai signori del mattone e della speculazione – scrivono in un comunicato Movimenti per il Diritto all’Abitare, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Action e Comitato Obiettivo Casa – proprio nel momento in cui si vorrebbe riversare su Roma una nuova valanga di cemento privato approvando, in zona cesarini, una nuova sfilza di delibere cosiddette “urbanistiche” che in realtà rappresentano l’ennesimo “Sacco di Roma”. Del resto le ombre nere dei Re di Roma sono già pesantemente entrate  in campo nella competizione elettorale che porterà ad eleggere a fine maggio il nuovo sindaco. E’ compito di tutti e tutte noi fermarli – proseguono – Far emergere un’altra idea di città.  Un’altra Roma da costruire e conquistare insieme. Anche per questo abbiamo deciso di collegare oggi, in una grande giornata di lotta e mobilitazione le lotte per l’abitare con quelle contro le discariche, gli inceneritori e tutte fonti di nocività che distruggono i territori e le salute”.

Risulta occupato un edificio di proprietà del fondo immobiliare della Banca Popolare di Milano nel popolare quartiere di San Basilio (vedi foto). Sul cancello è apparso uno striscione che dichiara: “Riprendiamoci la città”. Dentro un residence con 72 appartamenti nuovi ma vuoti da due anni e mai utilizzati. All’interno ci sono circa 70 nuclei familiari, tutti italiani, tra cui giovani coppie, precari e bambini. “Queste occupazioni non sono simboliche – spiega Paolo Di Vetta, esponente dei Movimenti di lotta per la casa – gli spazi vuoti vanno occupati, perché l’amministrazione comunale capisca che vanno utilizzati coerentemente. Occupare appartamenti è una scelta precisa. Sconvolge, infatti, il fatto che le famiglie presenti siano solo italiane, è il segnale della crisi. Negli anni passati, invece, erano in maggioranza immigrati, ma oggi il dato è cambiato”.
I senza casa e gli attivisti dei movimentiper il diritto all’abitare sono entrati anche nelle case di nuova costruzione dell’imprenditore Caltagirone a Ponte di Nona.
Altre occupazioni sono in corso in via dei Tiburtina angolo via dei Fiorentini, gli ex uffici Telecom lungo via Tiburtina all’altezza del Gra, due palazzine di uffici in disuso in via del Caravaggio 107, uno stabile dell’Ordine dei Cavalieri di Malta in via Acqua Donzella 27, l’ex asl di Garbatella in piazza Attilio Pecile 21 e i locali dell’ex assessorato regionale alla Casa, messo in vendita nel XI municipio.

Infine nell’ondata di occupazioni si sono collocati anche i giovani, i precari e gli studenti. Tra i palazzi occupati ci sono infatti uno stabile provinciale in via Antonio Musa 10, al Salario, che i giovani precari e studenti del progetto “Degage” hanno intenzione di trasformarlo in uno studentato autogestito. I giovani e gli attivisti progetto “Mushrooms”, che il 13 marzo avevano provato a occupare una palazzina a Tor Pignattara, sono invece entrati nell’ala vuota dello Casa dello Studente di via De Dominicis (Casalbertone) per denunciare come “sia inaccettabile che di fronte alla crisi migliaia di ragazzi idonei per la borsa di studio ma non vincitori a causa della scarsità di fondi si ritrovino senza posto letto pur essendoci alloggi deserti”.

(da Contropiano)