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Roma / Chiuso il Baobab, centro d’accoglienza autogestito [audio]

Gli ospiti sono stati trasferiti nelle strutture aperte per l’emergenza freddo. Intanto, aspettando una soluzione dal Campidoglio, i volontari continuano il presidio permanente da un camper: “Si continua per le strade, nelle stazioni”.

07 Dicembre 2015 - 20:11

(da Radio Onda d’Urto)

Centro Baobab - © Francesco Pistilli
Centro Baobab – © Francesco Pistilli

Alla fine il centro Baobab è stato chiuso. I migranti che erano rimasti nella struttura sono stati trasferiti in alcuni centri aperti per l’emergenza freddo.

I volontari invece da questa sera sono tornati nei pressi della stazione con un presidio permanente, con un camper donato da medu, medici per i diritti umani, con il quale continueranno ad accogliere i migranti e i profughi in transito nella capitale.

Il commento di Roberto del centro Baobab

 

> La testimonianza diffusa in rete da un volontario:

“Oggi il Baobab ha chiuso. Anche se i pubblici ufficiali piangeranno con te, la legge non può cambiare. Parlo della procedura civile, niente terrorismo. Essendo annunciato, negli scorsi giorni pensavo alle parole per rendere la chiusura di un momento della mia vita e il vuoto conseguente. Eppure mi trovo unicamente a guardare dall’alto un immenso patrimonio e ringraziare un gruppo di persone talmente ostinato che nemmeno lo sfratto dissuade dal compito che si è assegnato e ha imparato a svolgere al posto dello Stato e meglio di esso.

Forse lo Stato sono le formazioni sociali in cui si svolge la personalità dell’individuo, prima della burocrazia, i prefetti, le divise e le impronte digitali. Ringrazio le persone che ho incontrato, tutte loro. Anche i leghisti e gli assessori sbandati che mi mostrano cosa mirare a non diventare. Amin l’ho incontrato l’altro ieri. È stato il terzultimo eritreo in transito che abbiamo ospitato. Mi ha colpito molto conoscerlo perché ha la mia età e non ho avuto un attimo per chiedergli di lui.

Ci siamo scambiati solo poche parole mentre gli offrivo quello che il centro aveva a disposizione. Vedendo che cercavo di dargli una nuova rete per materassi per sostituire quella del vecchio letto a castello mi ha detto di non sprecare troppe energie per lui perché “solo un migrante”. È solo il più insignificante degli scambi con queste persone ma difficilmente lo dimenticherò. Dico grazie a chi abbiamo accolto e a chi ha accolto me. Per la prima volta non mi sono sentito troppo magro, troppo sensibile, troppo preciso, inadeguato.

Credevo si chiudesse quest’epoca ma così non sarà e come a Catania, Crotone, Milano, Bolzano, Ventimiglia, Amburgo, Bruxelles si continua per le strade, nelle stazioni, a dare e ricevere, a indicare e imparare, parlare e ascoltare storie drammatiche o meravigliose. Grazie a chi ci sarà, a chi sa che nascondigli non ce ne sono quando la storia ti passa davanti. Grazie, yakanieley.”
(Davide, volontario, all’inizio conosciuto anche come “Il re dell’area kit”)