Tre obblighi di firma e un divieto di dimora, dopo che la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari. Cua: “Il castello accusatorio non ha retto davanti al gip”.
Misure cautelari a carico di quattro manifestanti per le proteste di fine ottobre davanti alla mensa universitaria di piazza Puntoni. Le ha stabilite il gip di Bologna: si tratta di tre obblighi di firma in Questura e di un divieto di dimora. Significativamente ridimensionate le richieste della Procura, che aveva proposto gli arresti domiciliari (sembrerebbe per sette persone) contestando vari reati come resistenza aggravata, lesioni a pubblico ufficiale, violenza privata, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento. Contestata anche la tentata estorsione, che il gip non ha ravvisato. “Il castello accusatorio non ha retto davanti al gip, come dimostra il fatto che è caduta l’ipotesi di reato più grave”, è il commento del Cua, che annuncia l’intenzione di mettere presto in campo una nuova iniziativa contro il caro-mensa, tema su cui “torneremo a battere ancora più forte”.
Due studenti sono intanto agli arresti domicilari da tre settimane, fermati durante uno dei cortei successivi allo sgombero del 36, nel pieno delle proteste contro i tornelli. La Procura aveva spiegato di aver aperto un fascicolo unico “in cui sono confluiti 4-5 episodi”, tra mensa e tornelli, per ottenere qualche sorta di ‘corsia preferenziale’ in Tribunale.
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