E’ la situazione che si prevede con la conclusione della cosiddetta emergenza Nord Africa, il 31 dicembre. Altri potrebbero arrivare dalla provincia, ma il Comune: “Piano freddo già al limite”.
Con la fine della cosiddetta emergenza Nord Africa, che ufficialmente scatterà il 31 dicembre 2012, per Bologna si prevedono oltre 300 persone prive di risorse per provvedere ai bisogni primari e la possibilità di ulteriori arrivi da strutture di altre province o regioni. E’ il quadro, molto preoccupante, prospettato durante l’ultima riunione della Conferenza metropolitana dei sindaci.
Delle persone a forte rischio di assoluta povertà, in base al bilancio fornito dalla Conferenza quasi tutte sono richiedenti asilo e in minima parte si tratta di tunisini con permessi di soggiorno per motivi umanitari (ex articolo 20), in scadenza in questi giorni dopo il terzo rinnovo.
L’assessore al Welfare del Comune di Bologna, Amelia Frascaroli, tratta un allarme di tali dimensioni con la solita, imperturbabile serenità. “Gran parte di queste persone graviteranno sul Piano freddo a cui gia’ stiamo lavorando e rispetto al quale stiamo prevedendo dei posti in piu’, ma siamo gia’ al limite e non potremo gestire persone provenienti da altri territori della provincia”.
in base ai dati raccolti a luglio dall’Osservatorio provinciale, sono 370 i profughi accolti sul territorio della provincia (214 dei quali a Bologna, compresi i 126 nigeriani che si trovano nella struttura gestita dalla Croce Rossa ai Prati di Caprara). La Nigeria e’ il primo Paese per numero di persone accolte (179), seguita dalla Tunisia (52) e dal Mali (48). Gli uomini sono in netta maggioranza: 310 su 370. Tra le donne, dieci sono sole e una di queste ha con sè due bambini. L’età media è 27,6 anni ma ci sono 18 ultra 40enni. Infine, sono solo 106 le persone che hanno avuto almeno un inserimento lavorativo (il 28,6% del totale) e, di queste, solo 63 erano ancora occupate al momento della rilevazione effettuata a luglio.