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Palestina / Attivisti di Betlemme e At-Tuwani: “La violenza di Israele stavolta fa più paura”

Le voci di Bilal e Alì con la testimonianza da Aida Camp a Betlemme e dal villaggio di At-Tuwani, mentre la repressione dell’esercito israeliano e dei coloni si intensifica dopo gli scontri che si sono susseguiti nel corso dell’ultima settimana in tutte le città. Domani presidi a Bologna.

14 Maggio 2021 - 20:58

Pubblichiamo due testimonianze raccolte nel pomeriggio di oggi da attivisti palestinesi che raccontano la situazione di violenza e di forti tensioni che si sta vivendo da circa una settimana in Palestina, dove da giorni si assiste alla repressione dell’esercito israeliano e al bombardamento di Gaza. All’origine delle violenze, l’imminente sgombero delle famiglie palestinesi residenti a Sheikh Jarrah, quartiere di Gerusalemme Est, dove decine di famiglie palestinesi rischiano di essere sfrattate dalle proprie case e che ha fatto scendere in piazza i palestinesi in tutte le città. Da circa una settimana si tengono manifestazioni che hanno visto protestare i palestinesi, e gli scontri sono all’ordine del giorno.

Bilal racconta cos’è successo sotto il muro nei pressi di Aida Camp a Betlemme in questi giorni: “Sotto il muro ci sono scontri da giorni. Continue aggressioni da parte israeliana qui ad Aida Camp e a Betlemme, dopo che l’esercito israeliano voleva mandare via le famiglie palestinesi di Sheikh Jarrah. In questi giorni ricorre l’anniversario della Nakba, ora vogliono fare una Nakba del 2021. Tutti i palestinesi sono molto arrabbiati. Ma grandi manifestazioni di protesta stanno sorgendo anche in Giordania, sul confine con la Palestina. A Gerusalemme si aspetta il momento della preghiera. C’è la certezza che dopo la preghiera ci saranno nuovi scontri, probabilmente per tutta la notte. Ieri e l’altroieri è accaduto lo stesso. Fra le città di Gerusalemme e Betlemme i palestinesi non si possono muovere, i varchi d’accesso (checkpoint) sono chiusi. Al checkpoint di Betlemme, per esempio, non si può uscire dai territori palestinesi, e anche tra una città e l’altra, come fra Betlemme a Ramallah o Hebron. Qui ad Aida camp le persone sono per strada da una settimana, stiamo facendo in modo che gli israeliani non entrino al campo per prendere di mira donne e bambini. Da quando hanno avuto inizio le violenze non riusciamo a dormire più una o due ore al giorno, siamo molto stanchi. Nel mentre a Gaza le cose sono molto difficili. Lì stanno bombardando le case, non le postazioni delle brigate palestinesi, proprio i posti dove la gente abita. In tutta la West Bank ci sono scontri, in ogni città. Intanto, dopodomani si festeggia la Torah, la tensione è altissima: vedremo cosa succederà, perchè circola la notizia che Stati Uniti e Europa potrebbero intervenire per fermare le violenze, fra oggi e domani”.

Alì, che ha collaborato alla realizzazione del film Sarura di SmkFactory, racconta cosa sta succedendo a At-Tuwani e Hebron da quando sono iniziate le violenze: “Non abbiamo dormito quasi niente in questi giorni, siamo totalmente esausti. Ieri è stata una giornata durissima a causa degli scontri. La violenza dei coloni ha avuto una recrudescenza: ieri hanno attaccato duramente due attivisti israeliani impegnati per la causa palestinese e contro la colonizzazione. Dalla decisione di Israele di sfrattare le famiglie di Sheik Jarrah, i palestinesi di Gerualemme hanno iniziato gli scontri di piazza. Da quel momento i coloni qui hanno organizzato vari attacchi contro Tuwani, con la protezione dell’esercito israeliano. Siamo preoccupati, questa volta le azioni di Israele ci stanno spaventando davvero molto”.

Per la giornata di domani, sabato 15, a Bologna sono stati annunciati due presidi in solidarietà al popolo palestinese, alle 14 in piazza del Nettuno e alle 18 in piazza dell’Unità.