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Palestina / Appunti di viaggio: “Guard-rail” [foto]

Prosegue il diario di Simone dalla Palestina, dove “anche un semplice guard-rail è uno strumento di annichilimento e sopraffazione”.

05 Novembre 2012 - 13:48

Per provare a capire quali sono i rapporti tra Israele e Palestina bisogna provare a guardare dentro le cose. Così facendo ogni oggetto assume un senso. Anche cose all’apparenza inutili, come un guard-rail.

Difficile vedere in quello che Wikipedia definisce “dispositivo di sicurezza e di ritenuta passiva atta a contenere i veicoli all’interno della strada e/o della carreggiata, con lo scopo di migliorare la sicurezza riducendo gli effetti degli incidenti dovuti a sbandamento” qualcosa oltre il suo evidente significato. Difficile anche vedervi un qualcosa di negativo; chi può essere contrario alla presenza di un guard-rail?
In Palestina non è così. Soprattutto se viene montato in una strada che passa a fianco di una comunità beduina sormontata a sua volta da una colonia israeliana…

Brevemente, la storia è quella della scuola di gomme (non mi dilungo, la trovate qui). Una scuola i cui muri sono fatti utilizzando centinaia di pneumatici provenienti dalla discarica e ricoperti di calce. Coibentata. Con i pannelli solari. Bellissima. Una scuola con un centinaio di bambini, per lo più beduini, ovvero i più sfigati tra gli sfigati in Palestina. Un edificio che però non è proprio un edificio. Non ha fondamenta nè cemento. E così i vari ordini di demolizione militari sono stati respinti dai tribunali israeliani. Come puoi ingiungere la demolizione di un edificio che non è un edificio? E così, come un granello di sabbia nell’ingranaggio militare sionista, la scuola è in piedi da ormai tre anni.

Qui però entra in gioco il guard-rail. Un bellissimo guardrail nuovo di pacca, che si affianca ad un nuovissimo manto stradale liscio come un tappeto da biliardo che passa a 20 metri in linea d’aria dall’accampamento beduino. Tutto bellissimo, tutto made in Israel. Peccato che rifacendo la strada gli ingegneri israeliani abbiano inavvertitamente chiuso con il guardrail la strada che arrivava all’accampamento e quindi alla scuola. Fatale distrazione. Ma comunque poco male. C’è una simpatica mulattiera che scorre sul letto di un torrente che in appena un quarto d’ora ti permette di aggirare il guardrail. Non vorrete mica che lo rompiamo il nostro bel guard-rail, no?

Lo scuolabus? Ma quale scuolabus!
I beduini? Ma quelli vanno a piedi o al limite a dorso di mulo!
L’abbiamo fatto per la sicurezza di tutti!
Come dite? Il guardrail corre solo in corrispondenza dell’accampamento beduino? Acc, un’altra dimenticanza. E che male c’è? Almeno quel tratto è sicuro, non penserete mica che l’abbiamo fatto apposta?

In Palestina anche un semplice guardrail è uno strumento di annichilimento e sopraffazione.

Simone

> Guarda le foto: la scuola di gomme, la colonia che le ha dichiarato guerra, il guard-rail, l’accampamento attorno alla scuola

http://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157631866011414/show/