Editoriale

Nuove frontiere: il negazionismo turistico

Dopo l’overtourism “percepito” sfoderato dal presidente di Bologna Welcome, ecco il delegato comunale Mattia Santori: per l’ex sardina “si fa confusione tra tensione abitativa e turismo” e le difficoltà delle/gli studentesse/i a trovare casa, per sua asserita esperienza personale, non sarebbero peggiorate. Un po’ come dire: “Massì, d’estate ha sempre fatto caldo…”.

10 Settembre 2024 - 13:03

Dopo i negazionisti del Covid e i negazionisti climatici, a Bologna ecco spuntare i negazionisti turistici. Ovvero quelli che “il turismo è una manna e guai a chi lo tocca”. Con buona pace degli innumerevoli studi e dati, delle paginate sui giornali, delle dichiarazioni di diverse/i stesse/i ammistratrici/ori costrette/i a riconoscere che il sovraffollamento di turiste/i sta creando non pochi problemi in città: dalla casa al caro-prezzi, dall’espansione delle piattaforme alla bolla del food, passando per i disagi connessi all’attività dell’aeroporto. Ne abbiamo parlato di recente in un editoriale intitolato “Bologna W-hell-come”, che prendeva spunto dalle dichiarazioni con cui il presidente dell’organismo a cui è affidata la promozione del territorio bolognese, Daniele Ravaglia, per l’appunto ha voluto minimizzare le preoccupazioni intorno all’overtourism affermando che quest’ultimo corrisponde solo alla “percezione di alcuni dovuta ad alcuni momenti”.

Ma le parole del presidente di Bologna Welcome non hanno certo chiuso il dibattito. Tant’è che perfino il rettore dell’Alma Mater, Giovanni Molari, non ha potuto fare a meno di dichiarare che la città ormai è arrivata “a un bivio”: quello tra continuare a “spingere su un turismo incontrollato” oppure “investire sull’Università”. Due realtà che sotto le Due torri “possono convivere”, ha detto Molari, a patto però che il turismo “sia gestito”. A partire da un “controllo degli AirBnB” per limitarli, ha affermato il rettore, aggiungendo che “su questo qualcosa si può fare, sia a livello locale sia a livello nazionale”.

Certo, non si può certo dire che l’Università stessa sia esente da responsabilità rispetto alle difficoltà che le/gli studentesse/i incontrano nel portare avanti la propria vita a Bologna. Ma intanto, come ha risposto il Comune alle parole di Molari? Negando che l’esplosione degli affitti brevi abbia trasformato la ricerca di un alloggio da parte delle/gli studentesse/i in una vera e propria impresa: tutto uguale a vent’anni fa. Parola del consigliere comunale Mattia Santori (Pd), che le mani in pasta nel settore ce l’ha eccome visto che è delegato al Turismo e presidente della Destinazione turistica Bologna-Modena. “Non è il tempo delle polemiche, ma di rimboccarsi le maniche. Nessuno sta con le mani in mano”, ha dichiarato l’ex sardina commentando le dichiarazioni del rettore. “Credo che si faccia confusione tra la tensione abitativa e il concetto di turismo”, ha affermato poi Santori: “E’ chiaro che c’è una contaminazione, ma come hanno spiegato bene altri rappresentanti dell’amministrazione, ci sono diverse cause della tensione abitative. Vorrei ricordare al rettore Molari che 20 anni fa, quando cercavo la mia prima casa da studente bolognese, ma fuorisede a Bologna, avevo già le stesse difficoltà di oggi”. Che non è tanto diverso da quelle/i che dicono: “Ma quali cambiamenti climatici, d’estate io sentivo caldo anche prima…”.