Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Presidio in Montagnola: “‘Via Mattei è una prigione” | Maschere bianche tornano a bussare a coop che “non paga stipendi” | Scioperi alla Inox Mare | Mail bombing sul Governo per Zaky | Chiesto rinvio a giudizio di due carabinieri, accusati di stalking e depistaggio: uno è collegato alla citofonata di Salvini al Pilastro.

27 Febbraio 2020 - 17:20

Riceviamo e pubblichiamo: “Nel pomeriggio di sabato 22 febbraio alcune delle persone che vivono nel Cas di via Mattei, insieme ad alcune/i solidali, sono scese in strada, di fronte al mercato della Montagnola, per protestare contro le condizioni materiali di vita a cui sono state costrette all’interno della struttura di via Mattei e smascherare il sistema di ricatto e controllo che attraversa ogni aspetto della loro vita da quando sono arrivate in Italia. ‘Via Mattei è una prigione, ci trattano come schiavi, vogliamo libertà’ e ‘Vogliamo salute, documenti e decidere sulle nostre vite’ sono alcune delle frasi ripetute a gran voce dalle scale della Montagnola, che riassumono l’appello di chiamata al presidio. Parole che ricordano quelle usate nel corso delle proteste del 2018 da parte delle persone che avevano attraversato quel posto, che allora aveva la funzione di un hub (primo centro di smistamento per persone richiedenti asilo). Parole che, oggi come allora, ne smascherano la natura”.

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Nuova incursione delle maschere bianche contro una coop accusata di non pagare gli studenti: “Anche questa volta però- segnala Il padrone di merda– abbiamo trovato la serranda abbassata. Paura del coronavirus? Prevenzione? Purtroppo no. Infatti come ci hanno spiegato alcune lavoratrici, dopo che alcune di loro hanno iniziato a presentarsi quotidianamente agli uffici per rivendicare i salari non pagati, e dopo che si è iniziato a fare luce su questo caso, i padroni di merda stanno tentando di rendersi irraggiungibili e persino le stesse attività necessarie, come ad esempio la firma di un contratto, vengono svolte barricando tutti i presenti all’interno (lavoratrice compresa) con tanto di saracinesca abbassata. Vi sembra normale? Sembra che nonostante il clima di allarme permanente, il vero virus a Bologna rimangano i pdm! Una buona notizia però va data: alcune lavoratrici hanno iniziato a ricevere i primi soldi arretrati. Una piccola vittoria. Ma torneremo a chiedere quello che ci devono, con maschera e mascherina”.

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“Scioperi a oltranza nel magazzino Inox Mare di Crespellano”, segnalano i Cobas Lavoro privato. La decisione è stata presa in assemblea da lavoratrici e lavoratori il 24 febbraio: apertura dello stato di agitazione con blocco di straordinari e scioperi improvvisi, che sono iniziati il giorno dopo per una o due ore alla volta, “per la reticenza aziendale a riconoscere aumenti salariali con riconoscimento del buono mensa elettronico a sette euro; livelli superiori con pagamento delle differenze salariali; premi aziendali fino ad ora distribuiti in modo unilaterale e discriminatorio dall’azienda; turni di lavoro (proposti dal sindacato e da lavorat*) possibili e concordati con chi lavora, tenendo conto degli impegni familiari e personali, e anche della produzione”. L’azienda “continua a proporre straordinari programmati non corretti e, in alternativa, da due settimane turni scomodi a costo zero” per essa, “che i lavoratori rifiutano”. I Cobas riferiscono che oggi l’azienda “ha proposto per una parte di turnisti otto euro lordi a giornata”, proposta rifiutata come “offensiva e discriminatoria” dal sindacato di base.

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Scatta un’azione di mailbombing sulla Farnesina per sollecitare un impegno concreto del Governo sulla vicenda di Patrick Zaky. È la nuova iniziativa dei compagni di corso dello studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato in Egitto. A causa dell’ordinanza regionale contro il coronavirus, le manifestazioni per chiedere la liberazione di Patrick sono state sospese e allora la mobilitazione si sposta sul web: sulla pagina Facebook “Patrick Libero” sono state pubblicate le istruzioni per inviare un’email al ministero degli Esteri così da “risvegliare l’attenzione del Governo italiano sull’ingiusta detenzione di Patrick e sulla violazione dei suoi diritti. Nella mail avanziamo due richieste specifiche: richiamare immediatamente l’ambasciatore italiano in Egitto e dichiarare l’Egitto un Paese non sicuro. Il Governo italiano ha fatto tante dichiarazioni su questa vicenda, ora è venuto il momento di impegnarsi concretamente”.

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La Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per due carabinieri accusati di atti persecutori e depistaggio. Ai due militari si contesta di aver perseguitato per quasi due anni un avvocato con scherzi come telefonate mute, false ordinazioni a domicilio di pizze e l’iscrizione a un’agenzia matrimoniale a sua insaputa, sviando poi le indagini dopo che il professionista, legato a loro da un rapporto di conoscenza, aveva denunciato proprio a uno dei due militari quei fatti. La vicenda ha un collegamento con quella della citofonata di Matteo Salvini al Pilastro: uno dei due carabinieri è lo stesso che avrebbe messo in contatto lo staff leghista con la donna che ha accompagnato l’ex ministro nella comparsata e indicato l’appartamento a cui bussare in cerca di “spacciatori”.